Era attesa un po’ da tutti! La miniserie evento, tratta dall’omonimo romanzo dello scrittore svizzero Joël Dicker, è un’ottima trasposizione delle meraviglie thriller che milioni di lettori hanno potuto godere in quelle celebri pagine. Patrick Dempsey e Ben Schnetzer, rispettivamente nei ruoli di Harry e Marcus, incarnano bene la profondità dei due personaggi protagonisti, vestendo le loro facce, recitando i loro pensieri, i modi di fare, di dire, di essere. La serie, diretta da Jean-Jacques Annaud, è una stregoneria misteriosa che intriga e coinvolge tanto quanto il suo genitore di carta, perché se della trama ne conoscevamo già l’assoluta qualità, difficile era invece riprodurla sul piccolo schermo.
La verità è l’unica cosa che conta
Nella primavera del 2008, di fianco alla splendida casa sul mare dello scrittore celebre per aver dato vita ad un capolavoro letterario quale Le Origini del Male Harry Quebert, viene rinvenuto il corpo decomposto di una giovane ragazza. La salma in questione appartiene a Nola Kellergan, quindicenne scomparsa nel lontano 1975, di cui si sospettava una clandestina e proibita relazione proprio con Quebert. Lo scrittore, unico sospettato, viene arrestato e quindi si rivolge a Marcus Goldman, ormai suo affermato collega con un momentaneo blocco artistico, ma un tempo studente e protetto proprio di Harry. Goldman si reca nella piccola cittadina del Maine per far luce sul caso e tentare di scagionare il suo mentore.
Qualche giorno fa, Sky, solo per i clienti extra da più di 3 anni, ha messo a disposizione, in anteprima, tutte e dieci le puntate de La Verità sul Caso Harry Quebert, titolo attesissimo che prenderà invece piede nel palinsesto pay tv a partire dal 20 marzo. Questo ci ha dato modo di poter godere della visione in anticipo, e finalmente sfamarci del meraviglioso thriller che nel 2013 rese celebre lo scrittore di Ginevra Joël Dicker. Della trama, per chi ha letto, ma anche per chi non ha beneficiato della lettura del romanzo, c’è da dire davvero poco. L’opera in questione è un vero e proprio capolavoro, saturo di tensione, mistero, ricco di colpi di scena, emozionante e profondissimo. Ciò che invece ci sta a cuore fare in questa recensione è analizzare quanto la serie tv sia riuscita fedelmente a riprodurre, quanto sia riuscita a trasmettere, le eventuali falle che si è lasciata alle spalle, il modo in cui ha deciso di inscenare le vicende.
La verità sul Caso Harry Quebert non poteva che essere una produzione a puntate, perché riassumere 600 pagine in un lungometraggio da un’ora e mezza/due sarebbe stato un vero e proprio suicidio e avrebbe necessariamente frammentato la storia, privandola di passaggi chiave e spiegazioni di cui lo spettatore aveva invece assoluto bisogno. Di errori simili purtroppo, in passato, ne sono stati compiuti a bizzeffe (chiedere a La Ragazza del Treno o a L’Uomo di Neve giusto per rimanere sul recente).
Detto questo, possiamo affermare serenamente che la missione è stata portata a termine con successo. Gli attori scelti per essere i due protagonisti dei fatti, i già citati Patrick Dempsey e Ben Schnetzer, riescono ad assorbire le caratteristiche dei personaggi che il libro aveva straordinariamente descritto, lasciando loro anche libertà e licenza di metterci qualcosa di personale negli sguardi, nei movimenti e nelle espressioni, in tutto ciò che un video è capace di esaltare. Il vero dilemma, se vogliamo, era però riuscire a montare delle scene convincenti, che non perdessero pezzi per strada, che fossero logici, che diradassero pezzo dopo pezzo, piano piano, la fitta nebbia che aleggia intorno a questa torbida vicenda. Con pazienza, senza fretta di spiattellare informazioni, il regista e i suoi sceneggiatori cuciono i fatti e raccontano i personaggi, li approfondiscono affinché possano diventare a noi più famigliari, perché infondo ognuno di loro gioca un ruolo fondamentale nella vicenda.
Il resto lo fanno i copioni e la telecamera, quest’ultima mai impaziente di cambiare aria, ma neanche reiterata e noiosa, che sa dare il giusto peso e i giusti minuti ad ogni sequenza, che imprime forza all’immagine mediante primi piani studiati e ben orchestrati, che sa espandere le vedute quando deve fotografare vicende più larghe. I dialoghi, se pur con parsimonia, ci regalano pillole di saggezza, quelle di un uomo con tanti segreti ma essenzialmente buono, né un santo, né un diavolo. Bene anche il resto del ricchissimo cast, su cui abbiamo adorato la bellezza nordica, genuina, delicata ed ammaliante di Kristine Froseth nelle vesti di Nola Kellergan, modella che a quanto pare sa fare bene anche l’attrice.
Tenetelo infine a mente, tutto, in questa storia, ruota intorno a due fattori: la verità – sempre preferibile ad una bella bugia – e ad una Chevrolet Montecarlo nera!
Nulla è come sembra
“Nulla è come sembra” è una frase molto spesso usata, alcune volte abusata, per descrivere tanti e tanti misteri raccontati nei libri, sul grande e sul piccolo schermo. Ma credeteci quando vi diciamo che nulla è come sembra in questa ridente e tranquilla cittadina del Maine, un posto pieno invece di risentimento, di odio ingiustificato e sventolato a priori, di giudizi sentenziosi sputati da finti perbenisti, e non fa davvero nessuna differenza che sia il 1975 o il 2008 (la serie, a proposito, si dipana attraverso salti temporali e flashback che dondolano continuamente tra queste due date).
Bravo è il regista, così come lo scrittore, quando riesce, in qualche modo, a farci sospettare di tutti, perché, religiosamente parlando, nessuno è davvero senza macchia e senza peccato. Tutti i protagonisti della vicenda hanno dei segreti da custodire, più o meno gravi che siano, tutti verranno alla luce cristallizzati dall’occhio e dalla determinazione investigativa di Marcus e di un sergente che, vuoi o non vuoi, è costretto a dargli fiducia. La Verità sul Caso Harry Quebert non è solo un eccellente giallo, ma è anche un astuccio ben fornito di rapporti personali: è il racconto di amori, quelli alla luce del sole e quelli che si nascondono nell’ombra; è amicizia sconfinata e profonda, di quelle cieche e leali; è tradimento e delusione, è cuori spezzati; è anche follia, malvagità, violenza fisica e psicologica; è remissione dei peccati.
La Verità sul Caso Harry Quebert non può essere una serie capolavoro, per il solo fatto che la storia era già stata raccontata da qualcun altro; ma siamo comunque di fronte ad un ottimo lavoro consumabile da tutti, anche dai profani del libro che, se vogliamo, proprio per questo rimarranno ancor più di stucco al palesarsi dei numerosi e sensazionali colpi di scena che andranno in onda negli episodi finali.