Con un po’ di timidezza e con i piedi di piombo abbiamo approcciato alla nuova serie tv fantasy targata Netflix, The Order. Non sono molti, infatti, i fantasy del piccolo schermo che, ambientati nel presente, riescono ad ottenere accoliti ed apprezzamenti quasi unanimi. Lo show ideato da Dennis Heaton e Shelley Eriksen non prende spunto da nessun romanzo, né tantomeno dai fumetti, ma riesce comunque, seppur attraverso figure viste e riviste in altre storie, a trovare una sua originalità e un suo coinvolgimento.
Maghi e Lupi Mannari
Jack Morton è un giovane ragazzo pronto per approdare nel mondo del college americano. Il taglio del nastro accademico, però, cela una criptica missione concordata col suo nonno materno, che prevede di penetrare con passo felpato all’interno di una congrega, una sorta di setta segreta denominata The Order e di base proprio nell’Università. L’obiettivo della matricola, fin troppo cristallino fin dall’inizio, è il leader di questo corvino gruppo, accusato di aver sedotto, abbandonato e poi indotto al suicidio sua madre. All’interno del tempio degli incappucciati troverà un mondo di magia, un’identità da lupo mannaro, ma anche amore, amicizia e tanti nemici.
Il mondo delle società segrete, si sa, è uno di quelli capaci di attirare il grande pubblico e la curiosità di un po’ tutti noi. Per natura veniamo attratti, se pur perfino spaventati, da tutto ciò che non conosciamo, capace di adescarci ed imbrigliarci in catene fascinose e spesso raggiranti. L’Ordine pare essere una di quelle, ma la sceneggiatura pare avere troppa fretta di intavolare al pubblico tutte le cattive intenzioni della sua guida numero uno. D’altro canto, più che nel mistero, la serie si tuffa nel teen-drama, mescolando alle vicende e ai fatti, la vita nel campus di Jack e dei suoi compagni, accarezzando il protagonista con il biondo dei capelli e il sorriso frizzante di una ragazza, nonché guida magica ed educativa del nuovo discepolo.
Di contorno, ma solo di striscio, appaiono personaggi che occuperanno l’obiettivo della telecamera per pochissimi minuti, mostrandosi alle volte perfino importanti, ma che, spesso, finiscono presto nel dimenticatoio. La trama prende una piega precisa quando Jack approccerà invece ad un nuovo mondo, fatto di ululati, zanne e compagni d’armi, contrapposto per natura e storia alla magia dell’Ordine.
Tanti piccoli Harry Potter
In generale gli attori si comportano bene, specie perché alcuni di loro, se pur giovani, mostrano già esperienza ed ottime capacità, non premiate però da una sceneggiatura semplice, scontata e priva completamente di colpi di scena. La linea narrativa è prevedibile, ma dà il tempo al regista di approfondire le vite dei protagonisti, ben strutturati ed indagati, stilisticamente visti e rivisti, ma caratterialmente ben amalgamati e completi.
Niente di speciale dalla scenografia, che si sposta dalla vita del campus, alle segrete di una villa abbandonata, passando per la magnificenza della dimora del leader e perdendosi nel labirinto di arbusti ed ombre di un bosco e dei suoi abitanti “pelosi”, a cui non serve la luna piena per trasformarsi. Di personaggi classici del fantasy, fatti salvi appunto i lupi mannari, non se ne vedono molti, ma abbiamo apprezzato molto la presenza di un golem e le varianti magiche degli adepti dell’Ordine, magie (di luce e nere) lanciate un po’ tutte allo stesso modo, ma capaci di rubare l’occhio e le attenzioni quando praticate ed esibite.
Carine sono anche le vene comiche di alcuni personaggi che, quando con durezza, quando con naturalezza, quando con una semplice stupidità, ci strappano un sorriso per qualche secondo.
Con The Order non siamo di fronte a nulla di speciale od innovativo, bensì ad un prodotto abbastanza standardizzato, ma non per questo non coinvolgente. Sostanzialmente, vedere un secondo atto di questo show (previsto e sperato proprio nei minuti finali della serie) non ci dispiacerebbe affatto.