Riavvolto mille volte e poi finalmente dipanato il criptico nastro di Auguri per la tua Morte, Tree è costretta nuovamente alle fatiche di una sola giornata che si ripete all’infinito. Questa volta, l’ormai celebre casa produttrice di horror a basso costo Blumhouse, inserisce delle varianti, pesca nella fantascienza, intinge il biscotto in una salsa più che mai ironica e sforna un film che, per questioni di ridondanza, non può avere il carisma del predecessore, che assomiglia molto ad un comico teen-drama, ma che acciuffa la sufficienza divertendoci e rassicurandoci con cliché azzeccati.
Quante volte devo morire?
Ve lo ricordate il Ryan del primo capitolo? Ebbene, il giovane ragazzo che imbocca la porta del celebre campus dove Tree si sveglia ogni mattina per rivivere il sanguinoso e mortale giorno del suo compleanno è qui la vittima. Il ragazzo dorme in auto per lasciare a Carter la privacy della sua camera in cui campeggia la bellissima ragazza bionda e sbronza, ma questa volta è lui ad essere aggredito ed ucciso da un misterioso assassino, ed è lui a svegliarsi per rivivere ogni giorno lo stesso incubo. L’esperienza reiterata di Tree decide quindi di prendere in mano le redini della situazione, scoprendo che i loop temporali sono causati da uno strambo macchinario inventato da tre giovani nerd (tra cui anche Ryan) nel laboratorio della High School. Quando la macchina viene nuovamente attivata, Tree si ritrova punto a capo, ma questa volta le incognite e le varianti sono molteplici.
A differenza del primo capitolo, gli squarci spaio-temporali propongono alla protagonista due dimensioni diverse e scelte diametralmente opposte, che pongono la giovane ragazza di fronte a selezioni eticamente difficilissime. Tree deve optare per una realtà in cui la madre è ancora viva e la va a trovare proprio il giorno del suo compleanno, oppure tenersi l’ormai amato Carter! Quello che più discosta dal primo capitolo, però, è invece la natura del film stesso che da slasher horror si immerge nella fantascienza e nell’ironica comicità di un terzetto di adolescenti nerd assai stereotipati e ritriti, ma che in qualche modo azzeccano il tema del film e strappano una risata al pubblico.
Il viaggio di Tree, che in Auguri per la tua Morte rappresentava una sorta di percorso di crescita in cui l’egocentrismo lasciava il posto ad attenzioni più elevate verso gli altri, qui è invece elaborazione del lutto, quello che Tree deve accettare per la perdita della mamma. La fatidica notte del suo compleanno, nonché della sua morte, assume in questo film dei fattori e dei particolari che solo chi ha visto il primo atto, e ne conserva ricordi dettagliati, riuscirà a cogliere. Il volto dell’assassino, una volta svelato, non sorprende quanto aveva fatto il primo lungometraggio, ma si attesta molto di più nella prevedibilità, e anche il suo modo di uccidere non appassiona come fece in precedenza, lasciando invece spazio ad una serie di suicidi della protagonista davvero difformi e spassosi.
Troppo schematico
Se è vero che il thriller stesso induce un investigatore a legare i pezzi, fare due più due e risolvere il caso (trovando così una schematica al dilemma), è vero anche che un fattore davvero appassionante di Auguri per la tua Morte era proprio quello della sopravvivenza, la continua speranza di chiudere la notte ancora in vita. In questo caso, invece vien da sé che una protagonista scafata sia più incline a cercare immediatamente quelle incognite di cui ha bisogno per risolvere il caso, e quindi non si avverte mai quel bisogno di rimanere vivi, togliendo così enfasi e tensione alla vicenda.
Gli attori fanno quel che possono, ma è proprio la concettualizzazione di questo film che stona e che non ci convince affatto. Era forse meglio riproporre una nuova storia con la stessa caratteristica del loop piuttosto che reiterare sugli stessi personaggi e gli stessi ambienti? Le risposte, rimaste ancora irrisolte nel primo capitolo, ci vengono cristallizzate tutte, ma non sono abbastanza per rendere questo prodotto ancora accattivante, a cui, per inciso, sembra voler seguire un terzo improbabile capitolo!
Ancora auguri per la tua Morte è un film certamente divertente, specie per chi non ha visto il primo; è però anche una sorta di forzatura, la voglia di tentare il colpaccio con quello che nessuno si aspettava: un sequel di una vicenda che era ormai chiusa!