Lo aspettavamo… lo aspettavamo con ansia! Il Grinch, l’intrattabile omuncolo verde che tanto odia il Natale, nato dalla penna del Dr. Seuss (Theodor Geisel), approda di nuovo sul grande schermo. Dopo la versione un po’ grottesca ma apprezzatissima targata Jim Carrey e Ron Howard, questa volta vediamo il Grinch vestirsi di animazione, quella dell’Illumination Entertainment. Il lungometraggio è piacevole, semplice, simpatico e divertente; vuoi perché il personaggio è già un’icona di suo, vuoi perché la trama viene sviscerata con una semplicità candida e spiazzante, mai noiosa, cullati dalla voce originale di Benedict Cumberbatch nella versione a stelle e strisce, e da quella di un iperbolico Alessandro Gassmann in Italia.
Deprediamo il Natale!!
Nelle profondità di una grotta, sopra la cittadina di Chissarà vive in solitudine e in volontaria emarginazione il Grinch, accompagnato fedelmente solo dal suo cane Max. Di lui risalta il verde smeraldo del suo manto, ma soprattutto l’odio viscerale che cova contro lo spirito allegro del Natale e dei suoi odiatissimi canti. Il suo rancore, dopo ben cinquantatre anni di silenziosa sopportazione, decide di detonare in un piano che prevede lo scippo del Natale nella sua essenza e nella sua interezza a ChiNonSo. Regali, addobbi, luminarie, felicità, tutto deve sparire! Quei fastidiosi e orripilanti canti gioiosi cesseranno di esistere… o no?
Chris Meledandri, patron di Illumination Entertainment, decide di riesumare il celebre Grinch del Dr. Seuss, personaggio simbolo del Natale, nonostante il suo odio per le feste in questione, che non vedevamo dal lontano 2000, quando a portarlo sul grande schermo furono la celebre interpretazione di Jim Carrey e la regia straordinaria di Ron Howard. Meledandri, già cultore e profondo conoscitore di Seuss dopo le opere di Lorax e Ortone e il Mondo dei Chi, racconta il suo Grinch usando una grafica molto classica, senza strafare, imbandendo una linea narrativa semplice e delicata, che tutti, grandi e piccini, non faranno fatica a seguire e adoreranno.
C’è molto del Gru di Cattivissimo Me, perché il Grinch in questione non è uno di quelli scorbutici e irati a prescindere, ma nei suoi occhi traspare delusione e sofferenza, si affaccia e si lascia intravedere un cuore ed un’essenza che, malgrado l’apparenza, non è cattiva. Nelle scene più movimentate, specie nella ricerca della renna e poi della slitta, l’omuncolo verde dà il meglio di sé e ci fa sbellicare dalle risate. Ma non è tutto su di lui questo film, perché quasi fosse una coprotagonista, quella che dovrebbe invece essere l’antagonista e che indossa le vesti della ragazzina Cindy Chi Lou, brilla e mai sfigura o passa in ombra nemmeno davanti al verde folgorante del Grinch. La sceneggiatura premia il messaggio più che i giochi di prestigio della computer grafica, il ché rende questo film un piccolo classico più che una trovata per rimpinguare le casse di una casa produttrice che, recentemente con Cattivissimo Me 3 e Pets – Vita da Animali aveva già rinforzato il suo già noto nome. Piccola chicca, prima di lasciarvi alle conclusioni, è la backstory che si cela dietro l’odio del Grinch verso il Natale; una delucidazione del mistero che spiega anche la natura di questo personaggio che, come abbiamo già affermato, non sembra mai veramente oscuro!
Insomma, finalmente abbiamo un’alternativa animata di spessore da contrapporre al film del 2000! Per cui, portate i vostri bambini, nipoti, famiglie, fidanzati, fidanzate e chi volete nelle sale a guardare il Grinch, intanto per gustarvi un film che racconta una storia animata ma anche verità che possono apparire scontate e che puntualmente nessuno ricorda, e poi per gustarvi gli ormai famosi sul web pop corn verdi!