Il binomio Marvel/Netflix prosegue con un terzo, avvincente atto di Daredevil. Insieme a The Punisher, la serie tv dedicata al Diavolo di Hell’s Kitchen e al personaggio di Matt Murdock è stata quella che nel suo filone fumettistico ha forse riscosso più successo sulla piattaforma streaming rosso e nera. Rosso è anche il tessuto straziato dagli scontri e mescolato con il sangue di questo eroe in maschera, un eroe che ritroviamo nel post Defenders Vs La Mano, sopravvissuto fuori, ma anche morto e scoraggiato dentro. A contribuire, se pur in maniera indiretta, alla resurrezione del Diavolo troviamo il ritorno di Wilson Fisk affiancato da una new entry assassina eccellente e spietata.
Nato per essere un “Diavolo”
Quando nasci per essere qualcosa, difficilmente riuscirai ad essere altro! Eppure, qualche volta, la vita ci mette di fronte ad un adattamento coercitivo, ci chiede di interpretare altri ruoli, di accettare le sconfitte, avere pazienza ed infine sperare nella resurrezione. È proprio da questo dettame biblico e dalla chiesa in cui è cresciuto che Matt Murdock deve rimettere insieme i pezzi del suo fisico consumato dalla battaglia, ma anche i frammenti ancor più minuti del suo morale. La cecità, nella disgrazia, aveva lasciato in dote al piccolo Matt il miracolo dei sensi, i restanti quattro che, acutizzati, avevano dato vita al Diavolo di Hell’s Kitchen. Farne a meno, sentirli difettosi e poco reattivi, affloscia la fede in Dio e in se stesso di Matt, chiamato dunque ad abbandonare quella missione quasi divina che credeva fosse destinato ad assolvere.
Le prime sequenze ed i primi episodi della terza stagione di Daredevil servono a Matt per rimettersi in sesto, immerso nel silenzio omertoso di una chiesa che aiuta ma rispetta il volere del Diavolo. Foggy e Karen, lasciati orfani del loro amato avvocato-eroe, non vogliono accettare che il loro amico sia forse finito nella tomba, nonostante il suo cadavere non sia mai stato ritrovato. È soprattutto in Karen che brucia ardente la speranza di rivedere un fantasma. Nel mentre, il diabolico Wilson Fisk, messo alle strette dall’amore, ordisce in carcere un piano da “gola profonda” per evadere dalle tenebre arancioni della sua divisa carceraria. A lui si aggiunge un nuovo personaggio, un nuovo cattivone; un assassino spietato e dalle grandi doti belligeranti.
Al di là della trama, Daredevil continua a mettere in scena una sceneggiatura profonda, sviscerata in un comparto dialoghi tutt’altro che scontati, infiorettati in un personaggio di cui avremo numerosi flashback mancanti, quelli che non avevamo potuto ammirare nei due precedenti atti; un piccolo diavolo schiaffeggiato dalla vita e dal destino che tenta di governare la rabbia e mettersi in gioco come può.
Se non c’è davvero nulla da obiettare sulle prestazioni recitative dell’intero cast, un elogio va comunque conferito alle capacità ipnotiche dinanzi alla telecamera di Vincent D’Onofrio nei panni di Wilson Fisk che, coadiuvato dalla voce profonda e carismatica di Luca Ward, è forse il personaggio più coinvolgente.
Il Defender preferito
Daredevil è forse il Defender preferito dal pubblico. Il suo personaggio lacerato e sfregiato dalla vita e le sue sfumature emotive e forse un po’ pessimistiche rendono Matt Murdock una sorta di calamita. Ad iniziare dai fumetti, passando per il lungometraggio del 2003 e giungendo alla serie tv targata Netflix, Daredevil ha sempre riscosso il favore del pubblico.
Forse è proprio per questo motivo che altri eroi del piccolo schermo streaming (ovviamente ci riferiamo solo a quelli Marvel) non riescono a fiammeggiare a dovere. Per ultimo ultimo, il secondo atto di Iron Fist, se pur senza infamia e senza lode, non è stato capace di brillare, spalmandosi in soli dieci episodi (non in tredici come solito) e seguendo le orme della sufficienza di Luke Cage 2 e Jessica Jones 2.
Meglio è andata invece alla già citata The Punisher che, come Daredevil, racconta di personaggi saturi di rabbia e odio, con linee di pensiero e dogmi differenti, ma uniti nel dolore, uno strazio che sfogano ed esibiscono ad ogni pugno e ad ogni proiettile scagliato contro i nemici, e che, non a caso, sono stati oggetto di crossover nella seconda stagione di Daredevil.
Non molto inclini al gioco di squadra, se non in occasioni rare, entrambi alimentano la loro vita nell’ira, bisognosi di un obiettivo ogni giorno, un cattivo da punire, semplicemente per continuare a respirare, per tirare avanti e avere il coraggio di affrontare una nuova ed ennesima alba. Il timore di vedere un Daredevil sottotono perché ormai arrivato alla terza stagione è stato annullato già a partire dal primo episodio, il preludio ad un nuovo inferno in cui a regnare è sempre lo stesso Diavolo!
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Buona Visione!