Nonostante l’ora tarda e qualche sbadiglio pre-film, la notte dell’anteprima di Avengers: Infinity War, è stata una notte ben spesa! Joe e Anthony Russo, che mai forse si erano spinti a così alti livelli, sono chiamati a gestire una pellicola sovraccarica di personaggi principali (ben diciannove), tutti con un proprio ruolo in quella che è la minaccia più grande che la Terra, ma l’Universo intero, abbiano mai dovuto affrontare, tante carismatiche presenze chiamate a confrontarsi, e un villan che, finalmente, spicca perfino sulla compagine dei buoni. Infinity War è la pellicola più spettacolare che la Marvel abbia mai edificato, colma di entusiasmo e dinamismo, nonché satura di temi quali l’amicizia, il gioco di squadra, opposti all’egocentrismo sfrenato e la follia pura.
Insieme si, insieme no…
La sovrappopolazione universale e l’esaurimento di un Universo che proprio infinito non sembra fanno intuire al temibile titano Thanos che è arrivato il momento di fare qualcosa. La sua voglia di onnipotenza e di onniscienza condisce e caratterizza il suo operato, perché è l’unico che ha capito cosa c’è da fare, ma sopratutto l’unico che è disposto a farlo. Coadiuvato dai suoi quattro figli, nonché i suoi luogotenenti, si mette alla ricerca delle sei Gemme dell’Infinito, sei pietre elementali da incastonare nel suo famigerato guanto ed ottenere dunque un potere sconfinato ed inarrestabile. A contrapporsi a questa folle ricerca, fatta di genocidi e tanta tanta impietosa devastazione, ci sono gli Avengers e i Guardiani della Galassia, in questo momento storico molto diversi fra loro.
Spieghiamo subito l’ultima frase e l’essenza stessa del titolo dato a questo capitolo. Se da una parte, quella dei Guardiani della Galassia, l’unione fa la forza e il gioco di squadra sembra essere un marchio imprescindibile; dall’altra, quella degli Avengers, la divisione è quanto contraddistingue l’insieme. Stark e Captain America non si sopportano e si tengono ben a distanza, lo stesso magnate che veste l’armatura di Iron Man incrocia le lame con l’egocentrismo sfrenato del Dr. Strange, Banner si rinchiude nella sua privacy, Thor sventola la sua virilità in faccia a Star-Lord e, in tutto questo, l’unico a riecheggiare è il villain di turno.
Non è un caso che la trama raccontata in testa si concentri con tanta attenzione su Thanos. Al netto di un motion capture da brividi (con accezione positiva), che lascia perfino intravedere l’ottima interpretazione di Josh Brolin, il personaggio principe di questo Infinity War è proprio il cattivo! Le sue motivazioni, per quanto pazzoidi, tiranniche e soprattutto estreme, sono davvero credibili; tanto quanto la sua imponente forza e le sue straordinarie capacità, in grado di mettere al tappeto in più di un’occasione lo strapotere fisico e talentuoso degli Avengers. Ma non è tutto qui; perché Thanos lascia scorgere di sé anche qualche venatura umana e fragile, capace da sola di innalzare la veridicità del personaggio e renderlo davvero ipnotico. Fin qui, dopo 19 pellicole alle spalle, è senza ombra di dubbio il villain più riuscito in assoluto (perfino meglio del carisma che Michael Keaton impresse nell’Avvoltoio di Spider-Man: Homecoming).
All’individualismo di Thanos deve necessariamente contrapporsi il gioco di squadra dei buoni che invece, inaspettatamente, stenta a decollare. I Russo sanno far detonare la stretta di mano proprio quando serve, mettendo gli eroi in campo in battaglie spettacolari a cui dedicheremo il prossimo capitolo, ma che premiano ogni supereroe, concedendogli lo spazio e gli onori dovuti, lasciando che siano essenziali non soltanto in trincea, ma anche nella narrazione di contorno. Questa mastodontica opera viene aiutata dal fatto che non c’è praticamente nessuno da presentare o approfondire, perché ogni protagonista ha già avuto ampi spazi ed attenzioni nelle pellicole precedenti, molte delle quali anche specifiche. Insomma, Gli Avengers formato Russo sono di un livello molto, ma molto superiore rispetto a quelli sfoggiati nei precedenti due capitoli, e decisamente più coinvolgenti ed appassionanti della recente Justice League targata DC; probabilmente l’esperienza insegna.
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Meraviglia grafica
Al netto di una sceneggiatura e un cast di grande livello, a scintillare nell’universo della pellicola sono, senza ombra di dubbio, il comparto scenografico, quello grafico, la fotografia, i costumi, il sonoro e le sequenze spettacolari delle battaglie.
A differenza dei passati film, infatti, e come enuncia da solo il titolo dato alla produzione, l’intento era quello di dare spazio allo spazio, di ingigantire gli scontri, renderli davvero epici. Fatta salva qualche eccezione, i Russo declinano le location chiuse per far scannare gli eserciti alieni e i supereroi, ma prediligono distese terrestri e non ben più sconfinate. Tanti sono poi i superpoteri che i registi sfoggiano senza mezzi termini, senza essere di manica corta, senza trattenersi; tanto che nel caos più assoluto si ha una precisa sensazione di ordine. Anzi, a dirla tutta, è proprio il caos che riflette alla perfezione ciò che Infinity War vuole raccontare.
Infinity War è tragedia cosmica, una dimensione bellica e spettacolare che i film di Feige non hanno mai nemmeno sognato, una vera e propria guerra in cui tutti, buoni e cattivi, non hanno il tempo di conservare assi nella manica ma sono costretti a dare il meglio, fin da subito; e poi a rifarlo e rifarlo ancora per rimanere in piedi. Non fraintendete, non sarà Infinity War a convincere i detrattori dei cinecomic a dedicarsi a questo particolare genere di film, ma di sicuro premierà il palato di chi invece li ama e ne apprezza le loro capacità di appassionarci per un paio di ore. Infondo, come già abbiamo sottolineato in precedenti recensioni, i supereroi sono stati partoriti dall’immaginazione umana per rendere possibile l’impossibile, per liberarci dalle catene fisiche che la vita reale ci ricorda ogni giorno, per farci sognare. Infinity War è un elogio a tutto questo!
Come al solito, non perdetevi la scena post-credits, questa volta molto importante, ed installata solo alla fine dei titoli di coda per lasciar digerire l’incredibile impatto che lo spettatore ha avuto con il grande schermo. In attesa di Captain Marvel, la prima pellicola dedicata ad una supereroina Marvel, e in attesa di una nuova fase, Avengers: Infinity War ci ha lasciati davvero di stucco!
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Buona Visione!