Una delle commedie più attese ed esilaranti di questo Natale era proprio Bad Moms 2: Mamme molto più cattive. Jon Lucas e Scott Moore, rispettivamente regista e sceneggiatore, dirigono il sequel di una pellicola che ci aveva fatto ridere, ma ridere tanto! E dunque, tra una risata e l’altra, caricata da una sceneggiatura assai prevedibile e anche scopiazzata, il duo vorrebbe perfino nascondere e lanciare un intrepido messaggio, di quanto il mondo e la società siano cambiati, di come le tradizioni si siano perse per strada, di come il vecchio dovrebbe insegnare al nuovo, e invece è il nuovo che deve tenere a freno la follia di una vecchiaia mascherata da ritrovata giovinezza. Alla fine dei conti, l’impresa riesce solo a metà, e partorisce una normalissima commedia un po’ sboccata, impertinente, politicamente scorretta e perfino inverosimile.
L’estremizzazione della commedia
L’arrivo del Natale per le mamme di tutto il mondo non è corrispettivo di riposo e tranquillità. Anzi, al contrario, le donne di casa sono costrette agli straordinari, con i figli in ferie dalla scuola, i regali da comprare, una casa da addobbare, cene da cucinare e quanto di più stressante esista per la festa più importante ed attesa dell’anno. Ecco dunque che le ritrovate Amy (Mila Kunis), Kiki (Kristen Bell) e Carla (Kathryn Hahn) decidono che, per una volta, il Natale debba significare assoluta quiete e inattività. Purtroppo per loro, però, non sanno che un ciclone chiamato proprio “mamme” sta per piombargli in casa. Le tre rispettive mamme, e quindi nonne, decidono di passare il Natale in famiglia, sfoggiando una ritrovata giovinezza e voglia di vivere, nonché facendo detonare un caos che avrà dell’assurdo.
Il girl power si esibisce in questa pellicola adattandosi al tema natalizio, volendo toccare, tramite risate a crepapelle ma anche qualche espressione perplessa, il tema del vecchio e del nuovo. Quando pensiamo ad una mamma, facciamo inevitabilmente il collegamento con una figura premurosa, instancabile, affettuosa, ma soprattutto responsabile. L’estremizzazione del genere “commedia” questa volta mette in vetrina tre mamme (e nonne) del tutto anomale, un’immagine iperbolica di una realtà che sta cambiando faccia: Christine Baranski interpreta una mamma che con la Kunis non ha niente a che vedere, tanto che alle volte si fa fatica a credere che sia la figlia; Cheryl Hines (mamma di Kristen Bell) appare invece un po’ più plausibile e verosimile; mentre la Susan Sarandon, genitore di Kathryn Hahn, è davvero un folle toro a cui è stato aperta l’arena.
Mamme e figlie non vanno mai d’accordo, come se il Natale avesse assunto per l’una e l’altra categoria, un significato completamente diverso ed opposto: c’è chi vuole un veglione di Natale a base di sushi, uno Schiaccianoci a teatro in versione integrale e in lingua originale (russo), o chi pretende il miglior albero di Natale della città!
La sceneggiatura veleggia sulla normalità, assumendo, alle volte, sembianze volgari e forse esagerate, copiando scene (non vi diremo quali per non rovinarvi la sorpresa) da altre commedie simili, senza offrire originalità alcuna. Alla fine, ci sarà sicuramente da ridere; una serata natalizia poco impegnativa e spensierata nel nome dell’estremismo comico.
La verità dietro alla risata
La comicità non è mai gratuita. Dietro ad ogni forma di comicità, c’è sempre un velo, più o meno denso e tangibile, di verità, amara ironia e soprattutto critica. In questo ci troviamo di fronte ad un trio di mamme attempate che credono di essere tornate adolescenti e, come accade spesso quando un comportamento è più artificioso che naturale, si tende ad estremizzare il concetto, renderlo esagerato, per non dire ridicolo. Al contempo, la controparte giovane non è altro che un trio di adolescenti messe nei panni di adulte, come se rifiutassero di abbandonarsi alle rughe e a quel ruolo stressante e responsabile che le attende, eppure costrette a badare ai propri scapestrati genitori come fossero i loro figli.
Il concetto, come potete immaginare, viene pompato e reso assurdo dalla natura comica della pellicola; ma rimane comunque cristallino. La società in cui viviamo fabbrica gente che vorrebbe essere immortale, che è incapace di accettare i ruoli che nella propria vita li costringono ad evolvere, a cambiare parte e palcoscenico. Tutti vorremmo essere eternamente giovani, tutti vorremmo non invecchiare mai; e quindi le persone anziane tentano un ringiovanimento, quelle giovani provano ad invecchiare più lentamente, ma entrambe sono la faccia di una stessa medaglia. Il rapporto madre e figlia, in questo film, viene quasi invertito, giusto per ricordare alle due categorie che invece i ruoli che assumiamo e che si susseguono durante la nostra esistenza e con il passare degli anni sono molto importanti, figli di un processo di crescita naturale ed inevitabile senza il quale la famiglia non avrebbe motivo di esistere, senza il quale, proprio il Natale, non avrebbe più nessun vero significato!
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Buona Visione!