Il 18 agosto era il giorno tanto atteso da milioni di fan Marvel e utenti Netflix. The Defenders è sbarcato sulla piattaforma streaming ricucendo sotto lo stesso abito, come promesso, i quattro paladini della giustizia newyorkese: Daredevil, Luke Cage, Jessica Jones e Iron Fist. A partire dalla sigla, ci rendiamo immediatamente conto quanto ogni protagonista voglia trovare una sua caratterizzazione ed un suo spazio ben preciso: la cartina geografica di New York prende le forme e i colori dei quattro supereroi, passando dal rosso di Daredevil, sfumandosi con il giallo di Luke Cage, abbigliandosi di blu con Jessica Jones e concludendo con il verde di Iron Fist. Ciò che invece aspettavamo con più ansia era di capire e vedere in che modo questi quattro giustizieri solitari potessero coesistere, in che modo sarebbero riusciti a fare squadra e a collaborare. A dare un senso ai Defenders c’è la loro nemesi, per la serie non esiste il bene senza il male. Finalmente togliamo i veli a La Mano, la pericolosa organizzazione di cui però ancora non conoscevamo il leader. Ma le sorprese non finiscono qui.
New York sta per cadere
Il pilot della serie, come prevedibile, serve ad ambientare lo spettatore in una New York ormai prossima a subire un attacco catastrofico. Nel contempo ci vengono riproposti singolarmente i quattro eroi, ognuno ancora alle prese con gli strascichi delle loro precedenti avventure, ognuno con i propri problemi e i propri demoni. Luke è appena stato rilasciato di prigione e vuole immediatamente ridare un ordine e una giustizia alla sua amata Harlem; Matthew Murdock ha ripreso la professione di avvocato, questa volta pro-bono; Jessica è invece ancora avviluppata dalla sofferenza che Kilgrave le ha causato e che la porta ad un’inoperosità professionale; ed infine Danny è sulle tracce de La Mano sempre seguito come un’ombra dalla sua amata Colleen.
I quattro cavalieri non sanno ancora cosa serpeggi nell’oscurità della Grande Mela, cosa La Mano stia tramando, chi sono veramente i burattinai, quale arma hanno in serbo di scagliare contro la città intera e quanto i loro destini siano e debbano essere legati. E’ proprio in questi primi sprazzi dello show che cominciamo a battere le mani al regista e ai suoi sceneggiatori perché, pur non creando un’opera oceanica e particolarmente scintillante, riescono a non annoiare, a volteggiare la telecamera da una scena all’altra senza riprese troppo insistenti, senza allungare il brodo con dialoghi inutili e scene senza senso. Qualche volta, ammettiamolo, specie nelle fasi in cui appaiono i comprimari dei supereroi, qualche sbadiglio viene da tirarlo, ma niente su cui non si possa glissare.
Grazie a questa reunion, abbiamo anche la possibilità di approfondire le vite e le storie dei quattro eroi, ma soprattutto, finalmente, cogliamo l’opportunità di togliere i veli misteriosi e mistici all’organizzazione e alla vera essenza de La Mano. Ovviamente, per non inciampare in qualsivoglia forma di spoiler, non vi diciamo nulla a proposito, se non quello che già avete potuto osservare nei vari trailer diffusi. Sigourney Weaver è perfetta nel ruolo del boss, incarnando il personaggio di Alexandra Reid che imparerete ad odiare ma anche ad amare, specie quando la sua freddezza e la sua natura spietata verranno messi a dura prova dai sentimenti di una sorta di madre.
L’arma che la Reid ha in serbo di scagliare contro i Defenders è qualcosa che abbiamo già visto, ma mai sotto queste specifiche vesti. Ad ogni modo, ciò che risalta, è che in ogni personaggio principale non c’è un solo modo di fare, di essere o di pensare. Sia nei buoni che nei cattivi, abbiamo una duplice faccia, una doppia essenza buona e cattiva allo stesso tempo, gentile e spietata, solitaria ed olistica. Non mancheranno certo i colpi di scena. All’appello, come già sapevamo, manca The Punisher, personaggio troppo individualista per farlo giocare di squadra e che rivedremo in una serie a lui dedicata entro il 2017.
L’importanza degli eroi
Se pur non riecheggi come un eco, la serie di The Defenders, ancora una volta, ci ricorda quanto l’umanità avrebbe bisogno di eroi. Questi quattro paladini dei fumetti e del piccolo schermo, così come i loro colleghi più illustri della Marvel e di DC Comics, sono frutto della fervida immaginazione di qualcuno, ma anche prole di una speranza che alberga e campeggia nel cuore pulsante di un’umanità allo sbando.
Gli eroi dei fumetti sono dotati di poteri perché, oltre a distinguerli dalla massa, servono ad abbattere le spinose mura del male, quelle che i comuni mortali non possono nemmeno avvicinare. Daredevil, ad esempio, è il simbolo della diversità, di quanto la sofferenza possa tramutarsi in forza, di come un handicap gravissimo possa plasmarsi in fortuna e capacità. Luke invece è il risultato dell’ingiustizia che si fa giustizia, figlio di un incidente doloso e ora terrore stesso dei suoi aguzzini; Danny Rand ha invece una preparazione e una storia personale molto simile a quella di Matt, ma forse ancor più profonda e rigata dalle forze del male. Ed infine c’è lei, quella “stronza” di Jessica, rabbia pura, scontrosità e un cuore d’oro. Jessica è consumata dalla sua precedente impotenza, da quella manipolazione che l’ha resa schiava e a cui i suoi formidabili poteri non hanno potuto porre un freno.
Tutti e quattro i nostri protagonisti sono eroi, ma anche semplici persone, semplici uomini e donne a cui una città intera, se pur indirettamente ed inconsciamente, chiede aiuto e si aggrappa.
Forse, tutti noi, in qualche modo, potremmo essere un po’ speciali, un po’ eroi; se solo non avessimo quell’incombente e implacabile fame e necessità di conformarci a tutti gli altri, di cercare gloria individuale mettendo in piedi in testa ai nostri vicini di casa. Forse saremmo più eroi se solo coltivassimo il nostro spirito di sacrificio, di coesione, se solo ci ricordassimo di essere parte attiva di uno stesso sistema; perché come diceva Gabriel García Márquez “Ho imparato che un uomo ha il diritto di guardare un altro dall’alto, solo quando lo aiuta ad alzarsi“. Cos’è dunque l’eroismo se non questo?
La serie di The Defenders non ha sconvolto i nostri sensi, ma è comunque riuscita a coinvolgerci, a trovare una sua originalità, una prima, faticosissima, battaglia che fa solo da preludio e da porta d’ingresso ad un prossimo secondo capitolo che comincerà a cucirsi singolarmente sui nostri quattro protagonisti. Daredevil, Luke Cage, Jessica Jones e Iron Fist non hanno davvero nulla in meno rispetto ai più pagati colleghi, spettacolarizzati dal grande schermo, degli Avengers!
Leggi anche: Atomica Bionda, recensione di un 007 al femminile
Lascia un commento e seguici su Facebook, Twitter e Google +. Adottaci, è facile! (senza nemmeno chiamare il numero verde :-P)
Buona Visione!