Ci aveva provato J.J. Abrams, ci aveva provato Ron Howard, tutti avevano perso la loro scommessa; di conseguenza il primo quesito che ci siamo posti in merito alla trasfusione cinematografica de La Torre Nera diretta da Nikolaj Arcel è: perché mai dovrebbe riuscire nell’impresa? La risposta, purtroppo, non è stata quella che ci aspettavamo, perché, effettivamente, Arcel fallisce sotto tutti i punti di vista, tralasciando la vera essenza dei romanzi targati Stephen King, bollendo un miscuglio di sequenze superficiali, anemiche di contenuti, lontane dalla penna dello scrittore di Portland; cercando di infiorettare il tutto tramite i nomi altisonanti del cast, action di livello medio e un budget che, per un film simile, ci sembra un po’ ridotto!
Dai libri alla pellicola
Jake è un semplice ragazzo che vive a New York, la sua vita però è tormentata di continuo da terribili incubi nei quali appare un uomo vestito di nero, un pistolero tutto d’un pezzo e una Torre Nera sotto assedio. Jake imprime i suoi sogni notturni sulle pagine bianche mediante dei disegni, ma proprio quelle illusorie verità sembrano trovare riscontri con una serie di terremoti che fanno vibrare la Grande Mela. Dopo un ennesimo problema scolastico, il padre adottivo cerca di spedire Jake in una clinica privata dalla quale, però, il ragazzo fugge carpendo la strada e gli indizi proprio nei suoi disegni, che lo porteranno in un altro mondo, a cavallo di un’incredibile peripezia.
La serie di libri firmati dal genio di Stephen King e che intreccia fantasy, fantascienza, horror e western, cerca di trovare riscontro in questa pellicola che, più che fotografare l’essenza dei romanzi stessi, rappresenta un rapido riassunto delle narrazioni, un epilogo edificato in circa due ore dove né l’originalità dei personaggi, né le vicende stesse vengono rispettate a dovere. Ciò che va in scena, piuttosto, è la banalità di una storia e dei suoi cliché fin troppe volte abusata sul grande schermo: un condottiero mentore, un ragazzo predestinato, un cattivone di turno e l’immancabile figura sinistra della veggente ad indicare la strada del destino! Questa schematica situazione vi ricorderà un po’ le fondamenta di tantissime altre pellicole fantasy, fantascientifiche e quanto di più immaginario possa esistere. A noi, ad esempio, fa venire in mente Star Wars, ma anche videogiochi tipo Horizon Zero Dawn, piuttosto che l’ultimo Doctor Strange, Harry Potter e via dicendo!
Se proprio vogliamo spezzare una lancia a favore di Arcel e del suo team, possiamo dire che girare un solo film nel quale concentrare ben otto romanzi non è certo cosa semplice. Tuttavia la natura dei romanzi, la loro caratterizzazione, il loro potere attrattivo di creare un universo a parte nella mente del lettore, in questo film è decisamente assente. Il personaggio di Roland, ad esempio, più che alla ricerca della Torre Nera, ci sembra solamente alla ricerca di rivalsa, una cieca vendetta nei confronti di Walter (ossia l’uomo in nero), un uomo ferito che vuole il sangue del suo nemico. Le pistole fumanti del cowboy di pelle scura interpretato da Idris Elba lasciano il tempo che trovano, a maggior ragione perché di western proprio non vi è traccia. La telecamera ha una fretta spasmodica di collezionare stacchi, che non riesce a dare agli scontri quel clima da selvaggio west di cui invece i libri erano intrisi, provando a salvare il salvabile mediante una computer grafica appena sufficiente, sulla quale la miseria di 60 milioni di budget incide e non poco (specie se le parcelle degli attori si mangiano buona parte del portafogli).
Peggio ancora va all’antagonista di Roland, quel Walter di cui il regista perde per strada perfino il cognome, lasciandolo nella solitudine e nella banalità di un nome molto comune. Il suo personaggio, per chi ha letto i libri, risulterà essere angosciante, proprio per la sua debole somiglianza con il Walter o’Dim dei romanzi. L’aura misteriosa che avvolge il Walter originale è del tutto glissata dal regista, che preferisce lasciare a Matthew McConaughey il compito di rendere appetibile l’uomo in nero. Matthew fa quello che può, abbandonandosi ad un carisma viscido, meschino, nemmeno divertente, in cui le vere motivazioni che spingono il personaggio a voler distruggere il multiverso vengono perfino taciute, forse troppo complicate da snocciolare.
Un po’ meglio va senza ombra di dubbio al giovane Tom Taylor nei panni di Jake, poiché nonostante la sua vita quotidiana newyorkese venga solo sfiorata, il suo personaggio assomiglia invece molto a quello dei libri (non del tutto, ma molto), purtroppo non è abbastanza per eclissare e lasciarci soprassedere ai due veri protagonisti delle vicende, coloro che si danno battaglia per tutta la durata del film.
La colpa è di King stesso!
Se proprio vogliamo additare qualcuno per i fallimenti de La Torre Nera, non possiamo far altro che rivolgerci allo stesso autore dei libri: si, proprio a Stephen King. Purtroppo, il film non è altro che un tentativo spaesato di restringere, asciugare e snellire ben otto opere scritte! Capite da soli che il compito in dote al regista era davvero complicato, se non una mission impossible. Probabilmente si poteva certo fare qualcosa di meglio, ma un’ottima riuscita necessitava forse di un vero e proprio miracolo, di una carezza divina ed illuminante!
Il vecchio King non sa proprio resistere alla tentazione di vedere le sue opere riprodotte sul grande schermo ma, a parte la miniserie di IT e, ci auguriamo, anche il film del prossimo settembre, sono pochi i lungometraggi ispirati ai romanzi di Stephen davvero riusciti. Ci auguriamo che la pratica possa andar meglio sul piccolo schermo, proprio per via della possibilità di allungare il racconto e di spalmarlo su più episodi. Andò così e così, ad esempio, il progetto di Under The Dome della CBS che riuscì a raggiungere addirittura una terza stagione, senza però ottenere risultati sfavillanti. Speriamo riesca meglio il progetto di Caste Rock messo in piedi da J.J. Abrams proprio con Stephen King, location fittizia del Maine quella di Castle Rock, in cui l’autore installò ben tre racconti brevi e due lunghi.
Purtroppo, La Torre Nera, come spesso accade per i film ispirati a romanzi famosi (vedi di recente La Ragazza del Treno), ci ha delusi. Ci eravamo ampiamente preparati ad un risultato mediocre, ma dobbiamo forse ammettere che si poteva e si doveva fare molto di meglio, specie quando nel cast conti su attori come Idris Elba e Matthew McConaughey.
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Buona Visione!