Con tante aspettative ci siamo tuffati nel mondo di Horizon Zero Dawn e con grande piacere, soddisfazione e appagamento ne siamo usciti. L’opera di Guerrilla Games, sviluppata in esclusiva Sony e quindi approdata solamente su PlayStation 4, è un lavoro di grande profondità narrativa, che contempla ambienti e contesti fantascientifici ipnotici, un personaggio protagonista che convince fin dai primi istanti ed un gameplay davvero vario, tattico e soprattutto divertente. Di potenziali capolavori videoludici in questo 2017 se ne attendono molti, ma di certo, Horizon Zero Dawn, non sembra esser meno a nessuno.
Un racconto forte ed appassionante
Il cuore di Horizon Zero Dawn è senz’altro da ricercare nella combinazione dei tre elementi narrativi per eccellenza: la trama, il personaggio e l’ambientazione. Cominciamo proprio da quest’ultima. Nella finestra che si affaccia al futuro concepita da Guerrilla, il mondo, come tanti prevedono anche nella vita reale, ha fatto del progresso il suo degrado. La popolazione è regredita in piccole tribù rurali, dove regna l’ignoranza e l’analfabetismo mentale tipici di tempi molto lontani nei libri di storia. Il futuro quindi non è altro che un riavvolgere il nastro e fare ritorno al passato, quando qualsiasi cosa era ricondotta al volere degli Dei, quando la scarsa conoscenza portava gli uomini a compiere atrocità terribili come mettere al rogo donne considerate streghe solamente perché più emancipate delle altre. A squagliarsi nel fuoco in Horizon Zero Dawn non finisce nessuno, tuttavia quella di Aloy, l’eroina dai capelli color rame, è una storia che albeggia nella solitudine, nell’emarginazione e nell’ingiustizia.
A padroneggiare invece in questo universo è la tecnologia, le macchine. Mandrie intere fatte di circuiti e acciaio, luci brillanti e suoni metallici, campeggiano negli strabilianti paesaggi naturali del gioco; mostri cibernetici governati da un’intelligenza artificiale hanno declassato l’uomo nella catena alimentare, confinandolo in minuti villaggi e nella sua depressa e triste ignoranza. La bravura del comparto narrativo dunque, riecheggia nell’ambiente che il gioco ci propone, uno specchio caldo e freddo allo stesso tempo che riflette l’evoluzione e l’arcaico nel medesimo spazio, croce e delizia di una razza sulla via del tramonto.
Come si è arrivati a tanto? Ovviamente non risponderemo a questa domanda per evitare spoiler; ma possiamo serenamente affermare che tutto ciò che Horizon Zero Dawn ci mostra non è certo messo lì casualmente. I misteri che la trama cela e svela pian paino lungo il cammino sono molti e davvero intriganti e seducenti. L’uomo sembra proprio non cercare risposte, accontentarsi dell’unica verità tangibile che conosce, quella misera e quasi insensata che lo circoscrive all’interno di mura di legno. Aloy però è diversa, la sua curiosità, che spesso è sinonimo di coraggio, trae radici proprio dalla cattiveria umana. Si, perché la storia di questa ragazza è un racconto sociologico ben edificato. Il più forte troneggia sul più debole, il diverso viene messo da parte, scansato quasi fosse un appestato, allontanato affinché non contamini anche gli altri esattamente come si fa con qualcosa di virale e maligno.
Un giorno però, come accade spesso nella vita, anche il più forte può indebolirsi e aver bisogno di colui che prima sbeffeggiava ed isolava. Aloy diverrà presto l’unica speranza a cui aggrappare l’esistenza di tutti.
Horizon Zero Dawn veleggia proprio su questi due fattori: il contesto sociale si fonde con la storia personale della giovane e audace ragazza, facendo del gioco in se qualcosa di molto più profondo, assennato ed insegnante.
Niente di più divertente che giocare
La maestosità di questo gioco non si riduce, ne si limita solamente al racconto e al contesto; ma si estende e si amplifica nel gameplay, nelle fasi più pratiche e concrete di un’esperienza videoludica. Le capacità combattive di Aloy sono davvero sconfinate, eppure così semplici e ben strutturate che di complessità non se ne ha traccia. L’impavida ragazza si muove in maniera molto fluida, ma mai estremizzata o inverosimile, sconfinando solo un po’ nell’incredibile solo dopo una serie continua di capriole. Come prevedibile che fosse, il gioco alterna l’action allo stealth a discrezione completa del giocatore, fatte salve alcune situazioni dove è necessario adottare una tattica d’approccio ben precisa. Aloy è dotata di un arco ampiamente modificabile e potenziabile, perfino sostituibile con simili dalle caratteristiche diverse. Oltre all’arma ad ampio raggio, l’arsenale della ragazza si completa in un’arma da mischia, quella lancia tanto preziosa quanto alle volte inutile. Non nascondiamo infatti, che il discorso della mischia è probabilmente l’aspetto meno marcato di un gameplay che premia e predilige il combattimento a distanza.
Oltre a queste due inseparabili armi, Aloy potrà utilizzare tutta una serie di trappole, fionde, lancia trappole e via dicendo che potrà usare nel modo più disparato. Ogni nemico androide ha i suoi punti di forza, le sue caratterizzazioni, ma anche i suoi punti deboli, facilmente individuabili attraverso la tecnologia con cui farete presto amicizia. Ecco quindi che scegliere la tattica giusta per affrontare un nemico diventa cruciale; questo non significa però che non sia possibile abbatterne uno in modi completamente differenti. Molto spesso inoltre, la flessibilità e l’ingegno potranno garantirvi la sopravvivenza, in quanto mescolare diversi approcci diverrà in alcuni casi questione di vita o di morte.
Come già detto per l’arco, ogni arma è potenziabile così come gli abiti di Aloy. Per ottenere i miglioramenti dell’arsenale (siano esse armi, borse, abiti ecc…) vi basterà raccogliere gli elementi necessari al compimento dello sviluppo. In giro per il mondo di Horizon non avrete difficoltà a rifornivi di pezzi di legno, pelli di animali, erbe e soprattutto componenti metallici, ricavabili solamente dai cadaveri robotici che seminerete o troverete. I Boss, molto spesso, oltre che a rifocillare i vostri materiali, vi forniranno spesso dei potenziamenti specifici e di diversi livelli con cui personalizzare le vostre armi e le vostre attrezzature.
Il fight non risulta mai noioso anche grazie alle tantissime qualità delle vostre armi. Ad esempio, le frecce, piuttosto che le trappole, si distinguono in tanti modelli diversi con finalità altrettanto differenti ed elementali. Frecce infuocate, elettrificate; trappole a innesco, ad esplosione rapida ecc… Questo garantisce al fight di assumere mille facce difformi, benché ognuno di noi prediliga un approccio piuttosto che un altro. Ogni cosa è praticamente craftabile. Il crafting infatti è un aspetto davvero importante del gioco che comunque non risulta mai essere stressante o soffocante. La maggior parte delle volte vi impegnerete nel crafting solo quando ne avrete davvero bisogno; in altre parole, rimanere senza scorte durante il cammino è davvero difficile. Se siete invece un po’ troppo pigri, allora vi consigliamo di rivolgervi ai mercanti con cui comunque dovrete barattare qualcosa per ottenerne un’altra.
Le missioni si dividono in quelle principali, secondari e facoltative. In tutti e tre i casi, siamo certi, troverete gli stimoli giusti per raggiungere gli obiettivi richiesti. Le missioni secondarie sono davvero molto differenti l’una con l’altra, mentre quelle facoltative, a volte ripetitive, vi garantiranno un’esplorazione davvero completa dell’intero universo di Horizon Zero Dawn.
Se ancora non si fosse capito, questo gioco non riesce mai ad annoiare, neppure nei momenti parlati, quelli di dialogo. La sceneggiatura è davvero coinvolgente e divertente; soprattutto perché vi da sempre un buon motivo per stare ad ascoltare. Imparerete a conoscere meglio ciò in cui siete immersi persino dai file audio che troverete.
Aloy è infine dotata di una sorta di albero delle attività diviso in tre categorie, che vi permette di affinare il vostro stile di combattimento come meglio credete o semplicemente di rendervi le cose più facili come ad esempio rallentare il tempo durante un colpo critico o non far baccano quando saltate.
Unica nota negativa all’interno del gameplay è sicuramente quella umana. I nemici in carne ed ossa sono davvero semplificati rispetto a quelli androidi. Le missioni che dovrete fare negli accampamenti dei banditi risulteranno davvero difficili da fallire.
Horizon Zero Dawn ha un ottimo estetista
Tutto il dipinto fino ad ora espresso si infioretta in una grafica davvero attenta al dettaglio e nel complesso splendida ed incantevole. I paesaggi proposti sono una virtù e un piacere per gli occhi, fatto salvo magari qualche particolare assolutamente glissabile. La perfezione dei volti, dei loro lineamenti, la precisione nel vestiario e negli ambienti (che riusciamo ad ammirare perfino durante i dialoghi e che accompagnano le parole dei personaggi con grande apprezzamento), la bellezza fredda e robotica delle macchine titaniche e non che ci vengono proposte fanno del comparto grafico un altro fiore all’occhiello del gioco. Il tutto viene stampato in una mappa open world ampia ed esplorabile per step che, anche una volta esaurita la storia principale, si riempirà di altre missioni secondarie e facoltative che vi terranno impegnati almeno per altre 12/13 ore.
Il Decima Engine, il motore grafico utilizzato da Guerrilla Games, fa girare con estrema disinvoltura e armonia ogni parte del gioco, che volteggia perfettamente anche su PS4, senza necessitare della Pro (dove ovviamente il dettaglio è più nitido). Non tutto però è perfetto, non mancano certo i bug, qualche texture che si materializza in ritardo, e anche qualche glitch; per non parlare poi dell’inconveniente audio che ci è capitato all’inizio del gioco. Subito dopo il primo utilizzo dell’arma pesante contro i primi nemici umani, quella dannata mitragliatrice e il tambureggiante e fastidiosissimo suono che provoca si è protratto fino a quando, nel fight successivo, abbiamo deciso di suicidarci per ricaricare la partita. Tuttavia, niente che non si possa risolvere con qualche patch.
Proprio il comparto sonoro invece fa da sfondo e prende per mano le vicende con grande tempismo e armonia, quel tempismo che alle volte viene a mancare al doppiaggio italiano del gioco, non sempre in pieno timing con i movimenti della bocca dei personaggi. Anche qui, piccoli problemi che non macchiano il foglio candido ed ordinato di Horizon Zero Dawn.
Nel complesso, non possiamo che lodare il lavoro dello sviluppatore, che riesce a mescolare alla perfezione gli ingredienti narrativi con quelli più pratici del gameplay, affogando il tutto in una crema grafica molto dolce ed educata, ottenendo un’esclusiva Sony che pesca in maniera originale da altri titoli, e che non necessita di trucchetti per brillare. Sospettiamo che quella di Horizon Zero Dawn, sarà una vita molto luna e piena di sequel.
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Buon Game!