Il 27 Gennaio è il giorno della memoria. La storia ci insegna che l’uomo è per natura sia buono che cattivo. Quello che andiamo a ricordare oggi è forse il periodo più cupo, tetro, atroce ed inumano partorito da questa razza che si vanta tanto della sua civiltà e della sua intelligenza. Anche il mondo del cinema, quello più sensibile e testimone, ci ha raccontato questa follia, la sofferenza di innocenti la cui unica colpa proveniva dalla nascita e dall’appartenenza. Il razzismo e l’odio sono figli di quell’impertinenza e di quella presunzione che alcuni uomini siano migliori di altri, come se non indossassimo tutti la stessa pelle, come se il sangue che ci scorre nelle vene sia diverso, come se per chi sa quale elezione divina qualcuno debba dominare su un altro. La realtà è che l’ignoranza, la cattiveria e la stupidità umana non hanno limiti, e si sdoganano nella miseria intellettuale più orribile e feroce, facendo troneggiare la legge del più forte e seppellendo quei tre gloriosi gemelli plasmati dalla Rivoluzione Francese: Libertà, Uguaglianza, Fratellanza! Quali sono stati dunque i migliori testimoni cinematografici di questo supplizio che i libri di storia avrebbero decisamente fatto a meno di raccontare? Andiamoli a vedere insieme.
1 KAPO’ (1959) Questo film diretto da Gillo Pontecorvo ci racconta di come la paura di morire sia manipolatore e artefice di creature il cui parto non era nemmeno lontanamente concepibile, né immaginabile. Nicole è un’ebrea adolescente deportata in un campo di concentramento nazista. Dopo aver visto morire i genitori nella camera a gas, il terrore di lasciare questo mondo la porta a prostituirsi freddamente ai suoi aguzzini, schierandosi dalla loro parte e tradendo la sua razza. Nicole diventa un Kapo’, una guardiana spietata delle sue compagne di sventura.
2 JONA CHE VISSE NELLA BALENA (1993) La pellicola è tratta dal romanzo autobiografico di Jona Oberski, un bambino di soli 4 anni che vide la sua vita fiorire, o per meglio dire, sfiorire in un campo di concentramento. Dopo esser stato condotto nel lager di Westerbork e poi in quello di Bergen-Belsen ed aver visto il padre morire per via della malnutrizione, Jona e la mamma vengono fatti salire su un treno per Auschwitz, una rotaia che portava dritta alla tomba. Lungo il tragitto però succederà qualcosa di inaspettato. Il male umano non risparmiava proprio nessuno, donne e bambini compresi. Proprio quei bambini, simbolo dell’innocenza e dell’incolpevolezza più candida, sono testimoni dell’altra faccia della medaglia, quella su cui è incisa l’inumanità e la crudeltà di menti adulte incapaci di empatia.
3 TRAIN DE VIE – UN TRENO PER VIVERE (1998) Sfuggire alla falce e raggiungere la terra promessa è l’obiettivo degli abitanti di uno shetl (un villaggio ebraico dell’Europa centrale). Il manipolo di uomini allestisce un finto convoglio ferroviario sul quale alcuni di loro sono travestiti da soldati tedeschi. Il convoglio è diretto al confine con l’URSS, quella frontiera che separa la vita dalla morte, una porta verso la Palestina, l’anticamera della salvezza. Con alcuni rimandi biblici, questo film è testimone della disperazione umana e dell’ingegno che spesso ne esce da tale situazione. Il treno, in tante pellicole conduttore e viatico di morte, questa volta è destinato alla vita e alla salvezza.
4 IL BAMBINO CON IL PIGIAMA A RIGHE (2008) Di lacrime, questa pellicola di Mark Herman, ce ne ha carpite molte. Come nel film precedente, il tema del confine che separa i vivi e i morti in terra è ben marcato da un filo spinato, posto a dividere due zone che posano sullo stesso terreno, eppure immerse in due atmosfere completamente agli antipodi. La prima, quella florida e rigogliosa, è quella di Bruno, un bambino di otto anni figlio di un ufficiale nazista; la seconda, quella dove l’olezzo della morte aleggia e si insinua nelle cavità nasali e poi nel cervello dei suoi abitanti, è quella di Shmuel, un bambino ebreo costretto in un campo di concentramento. I due piccoli svilupperanno una profonda amicizia.
5 IL DIARIO DI ANNA FRANK (1959) Su Anna Frank c’è di tutto: film, teatro, libri ecc… La storia la conosciamo tutti; Otto Frank regala a sua figlia Anna un diario in occasione del suo compleanno. La piccola comincia ad annotare tutte le vicende che accadono nella soffitta in cui abita. Il diario comincia a riempirsi di paure ed ansie, in un clima di terrore, esattamente come una preda mentre si nasconde dal suo cacciatore. Le pagine di quel silenzioso testimone, sono il ricordo di vite in bilico in una trincea ansiogena di paura e tensione, le ultime ore di chi non sa che la fine è dietro l’angolo.
6 LA SCELTA DI SOPHIE (1982) Questo film si ambienta subito dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. Siamo nel 1947 e Stingo, un giovane della Virginia aspirante scrittore, ha appena dismesso l’uniforme dell’esercito americano e lasciato la fattoria di famiglia in cerca di fortuna in quel di New York. Arrivato in città, si sistema a Brooklyn, in un’abitazione dove vivono Sophie Zawistowska, una donna polacca che dopo il campo di concentramento a cui è scampata ha trovato rifugio negli Stati Uniti; e Nathan Landau, intellettuale ebreo un po’lunatico. L’incontro di queste vite partorirà un film pieno di emozioni.
7 LA TREGUA (1997) Francesco Rosi dirige una pellicola ispirata ai racconti di Primo Levi nell’omonimo romanzo, seguito del più celebre Se questo è un uomo, in cui Levi narra la sua vita e documenta l’orrore del genocidio. John Turturro interpreta magistralmente il chimico ebreo torinese in questo vagabondaggio nel tentativo di raccogliere i cocci rimasti della propria esistenza per costruirsi un futuro, un futuro che sarà sempre segnato da quelle tremende reminescenze, ma che servirà per insegnare qualcosa al mondo.
8 IL PIANISTA (2002) Il talento di Roman Polanski racconta di un brillante pianista polacco di religione ebraica che viene ghettizzato a Varsavia dove conoscerà solo sofferenza e umiliazione, sfuggendo all’occhio nazista e alla deportazione grazie all’aiuto proprio di un ufficiale tedesco. Polanski aveva rifiutato la regia di Schindler’s List proprio perché si sentiva troppo coinvolto, in quanto anch’egli oggetto di deportazione, ma accettò questa pellicola, trovandola più leggera, ma non per questo meno toccante.
9 SCHINDLER’S LIST (1993) Arriviamo quindi a questo film che abbiamo proprio sopra citato. Esattamente come nel Pianista, il film vuole asserire che non tutti i tedeschi erano uguali. Le persone intelligenti, quelle di cultura (rare perché il terzo Reich voleva un popolo rozzo e analfabeta, molto più semplice da governare e plagiare), ma anche semplicemente quelle più sensibili, come l’industriale tedesco Oskar Schindler che usa forza lavoro ebrea per far monetizzare la sua fabbrica. Liam Neeson interpreta un uomo che scampò alla morte ben 1100 anime, sacrificando se stesso. Una delle più grandi opere di Steven Spielberg, che dipinge i fatti di bianco e di nero, lasciando il solo colore rosso ad un cappotto di una bimba, un’immagine che mai dimenticheremo, specialmente quando rivedremo quel piccolo ammasso di tessuto privato della vita, che chiedeva solo di crescere, abbandonato ed impilato lì in mezzo al bianco, al nero e al grigio della morte!
10 LA VITA E’ BELLA (1997) Abbiamo lasciato per ultimo il capolavoro di Roberto Benigni, il Guido toscano, montanino ed ebreo e il suo piccolo Giosué deportati in un campo di concentramento. L’orrore del posto in cui si trovano diventa un gioco a premio per l’inconscio bambino, incantato dal racconto di un padre coraggioso ben consapevole della realtà bastarda che li attanaglia e che li attende. Se seguirà i consigli del commovente padre, Giosué riceverà come ricompensa un carro armato, ma quel che il bambino non sa è che questo illusorio gioco è l’impietoso baratto di una vita per una vita, il sacrificio di uno per la sopravvivenza di un altro! La Vita è Bella ha commosso l’intero pianeta ed è stato giustamente premiato con ben 3 premi Oscar.
Di bellissime pellicole chiamate alla sbarra della vita a raccontare la parte più oscura e vomitevole della storia ce ne sono tante, ma prima di concludere vogliamo tornare al concetto che abbiamo espresso pocanzi: i tedeschi non erano tutti uguali! A questo proposito, vogliamo aggiungere e consigliarvi un undicesimo film, che non tratta di Shoah, bensì del tentativo interno di far cessare questa pazzia, un’altra storia vera che si concluse con un’altra ingiustizia, un nulla di fatto dovuto più al caso che ad altro, una congiura finita in alto tradimento e fucilazione. Il film che vogliamo segnalarvi è Operazione Valchiria con Tom Cruise, produzione del 2008 che racconta la temerarietà ed il coraggio del colonnello Claus Stauffenberg e dei suoi uomini, quel coraggio di fare la cosa giusta che mancò a tante, troppe persone.
Leggi anche: La La Land Recensione
Seguici su Facebook, Twitter e Google +. Adottaci, è facile! (senza nemmeno chiamare il numero verde :-P)
Buona Visione!