Correva l’anno 1973 quando William Friedkin apriva le porte al demonio, ospitandolo sul grande schermo e terrorizzando il mondo intero. “Le tentazioni sono sempre dietro l’angolo” si dice, ma cosa succede quando la più grande di esse, quando il diavolo in persona invece di accontentarsi di indurci in tentazione, si appropria di noi? Egli scava con le sue lerce unghie affilate nelle debolezze della nostra anima e della nostra mortale umanità, cercando di corromperci e portarci ad abbracciare l’altra sponda, quella delle tenebre, in una strada a senso unico, da cui non vi è ritorno né redenzione. The Exorcist, serie che avevamo presentato tempo fa, è giunta al termine del suo primo atto dopo dieci episodi. Prima del pilot eravamo davvero molto scettici sulla buona riuscita di questa produzione, ma subito dopo abbiamo dovuto ricrederci, messi di fronte a due personaggi davvero convincenti e coinvolgenti, e ad una trama che benché ricalchi le vecchie glorie cinematografiche, si mette in vetrina per la sua originalità.
Marcus e Tomas, rispettivamente interpretati da Ben Daniels (ultimamente nel cast di Rogue One) e Alfonso Herrera, sono due uomini che per questioni di divisa indossano lo stesso candido colletto; eppure hanno un modo di vedere il mondo e la propria professione e vocazione molto diverso. Il primo, esorcista ormai quasi di natura, è un uomo consumato dalla sofferenza e dal male che fronteggia da una vita intera; l’altro, molto più pacato e poco scafato, è in cerca di quella chiamata divina che mai ha ricevuto, combattuto tra le vesti sacre che non crede di meritare e lo sconfinato amore per una donna. In qualche modo i piani divini li portano ad incrociarsi e a collaborare contro la minaccia più spaventosa.
Il demone aguzzino che ghettizza l’animo di Casey è scaltro, uno spietato illusionista che approfitta dell’innocenza e dell’ingenuità adolescenziale con l’unico, celato obiettivo di riavvicinarsi a ciò che egli considera suo. Angela, madre di Casey, è il bramato bottino su cui punta le fish il demone, già assaggiatore della povera donna anni prima; ormai una fissazione, un gioco testardo da portare a termine.
Ma chi pensava che la trama si riducesse ad un semplice scontro sul ring fra l’uomo e il maligno si sbagliava. The Exorcist possiede anche una narrazione parallela che strizza l’occhio al mondo delle sette sataniche, che i profani hanno il brutto vizio di legare sempre a sacrifici e atti di violenza. La tradizione cinematografica, quella di cronaca, e quella editoriale ci inducono ad associare il satanismo, oltre che al male (e quello mi pare scontato), anche alla criminalità e all’assassinio. Da criminologo posso serenamente sfatare questo mito popolare, in quanto il satanismo, quello praticato da chi ci crede davvero, è una “religione come le altre”. Di certo criticabile e alquanto anomala e piena di strani riti, ma assolutamente innocua. Il satanismo praticato, per intenderci, da gruppi come i Bambini di Satana è solo lo specchio di casi estremisti che sfociano nella follia pura, esattamente come accade per la religione araba e per altre religioni (cristianesimo compreso, non devo certo ricordavi le Crociate e i genocidi ebrei da parte dei romani).
La setta che la serie ci mette di fronte deve necessariamente essere sanguinaria e vile. Il suo intento è quello di assassinare il Papa, in visita in città. La setta è composta da molti membri illustri della comunità (e questo è un fattore decisamente veritiero; è risaputo infatti che molti satanisti facciano parte dell’elite della società, frange aristocratiche e benestanti, di cui Torino, patria europea del Satanismo, ne è testimone), che assemblano insieme le loro forze economiche e persuasive per compiacere il volere del male oscuro.
La prima lunga e stressante battaglia innalza a vincitore la bandiera del bene, anche se la controparte dell’angelo reietto non è di certo sconfitta e brama una rivincita rimandandoci direttamente alla seconda stagione. La pace ritrovata dunque è destinata ad essere solo un’area di sosta momentanea, dove tirare il fiato e prepararsi per il secondo infernale scontro.
Possiamo ampiamente promuovere questa produzione per tanti motivi: detto dei protagonisti e della sezione narrativa, dobbiamo alzare il pollice anche per quella della sceneggiatura e della scenografia, sempre molto attenta ad installare tutti quei cliché horror tipici del caso, che sono sempre accompagnati da un comparto musicale attento al dettaglio.
La prima stagione di The Exorcist è un’eccellente dipinto dell’infinita lotta tra il male e il bene, il bellico convivere di due etiche di vita in antitesi, eppure inscindibili. Forse è proprio vero: il mondo non saprebbe fare bene se non avesse conosciuto il male; e il male, viceversa, non esisterebbe se non potesse contrapporsi al bene.
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