Fanciulli peculiari protetti da una roccaforte spazio temporale e da una deliziosa, tanto quanto coraggiosa, direttrice. L’orfanotrofio di Miss Peregrine non è l’ennesimo volo pindarico tra le correnti del tempo; bensì un loop creato ad arte per celare e tutelare la vita di bambini speciali, per strapparli dalle fauci del male; un punto fermo nel tempo che vive in eterno senza che la storia si ripeta. Tim Burton si lascia ispirare dalla penna di Ransom Riggs e partorisce una pellicola davvero “speciale”, timbrandola con tutte quelle sfumature che solo la sua mano sa pennellare, un film che tramite la fiaba mette in vetrina manichini decisamente reali, vestendoli di magico e al contempo patinandoli di verismo.
Jacob (Jake) è un ragazzo di sedici anni, incatenato alla realtà da un padre eternamente disincantato e da una madre decisamente distratta. Per fortuna, il giovane uomo è cresciuto con l’acuta vicinanza del nonno Abraham, il quale invece ha sempre stimolato l’immaginazione del nipote tramite i suoi racconti della buonanotte. Jacob si sente speciale, per non dire diverso dagli altri: la sua fantasia non vuole arrendersi al cinismo della realtà, vuole disperatamente credere alle favole che ascoltava da bambino. Quando Abraham, in circostanze anomale e misteriose, viene a mancare, Jake rispolvera le vecchie fiabe nella sua testa e, sotto suggerimento della sua psicoterapeuta, decide di intraprendere un viaggio verso una sperduta isola a largo del Galles, per convincersi finalmente che i posti magici narrati dal suo vecchio nonno non esistono. Ma siamo sicuri che i fatati racconti di Abraham fossero pura finzione?
E’ in questo contesto che l’avventura di Jacob fiorisce, conducendolo in una spirale di salti spazio/temporali dai quali esce ed entra senza battere ciglio. La casa che ospita tutti questi bambini è davvero ricca di specialità: invisibilità, forza erculea, gemelli pietrificanti, manipolatori dell’aria, del fuoco e chi più ne ha più ne metta. L’orfanotrofio è un rifugio sicuro in braccio al tempo per il candore e la fanciullezza più pura, un giardino nascosto al male dove coltivare l’innocenza, l’amore e l’amicizia e vivere felici. Ma il male è cacciatore, e per quanto ci si nasconda bene, prima o poi scova la sua preda pronto ad inghiottirla. In questo caso, il male è rappresentato da esseri alla ricerca dell’eternità; ma non di quella che si cela dietro ad un loop e ti dà solo la possibilità di vivere un singolo giorno del 1943 a tuo piacimento, ma quella libera della vita reale; quella che brama l’onnipotenza. Il desiderio ardente dei mostri va sfamato con gli occhi dei bambini speciali, la parte più morbida di un uomo; gli stessi occhi con i quali il pubblico assiste alle immagini che si rincorrono nello schermo, occhi che spalanca quasi timoroso di vederli sbranati anch’essi. Samuel L. Jackson veste molto bene i panni del cattivo, e attraverso le sue pupille bianche e i suoi tenebrosi sorrisi, si specchia perfettamente in quell’uomo nero che tanto terrorizza i bimbi, giocando con le proprie vittime come se fossero solamente un pasto da consumare; tirando i fili di una truppa di mostri assetati di immortalità.
La controparte, quella buona, è proprio Miss Peregrine, una donna dal grande carisma, che mai rimane annebbiata tra il fumo della sua pipa; al contrario apre le sue ali umane e animali per abbracciare tutti i suoi bambini; per i quali continua a gestire un loop che la vede vestire i panni del custode e dell’eroina da ormai tantissimo tempo. Il suo coraggio e la sua tenacia però, sembrano non bastare più alla causa; necessitano di una fiamma nuova, un nuovo eroe speciale quanto il resto della cooperativa, se non ancor più essenziale. Gli occhi di Jacob sono infatti gli unici che possono vedere gli invisibili mostri serpeggiare verso i bambini. L’allegoria è lampante: gli occhi dell’immaginazione e della fantasia vedono ove la realtà è cieca, dove nessun comune mortale avvinghiato alla semplice vita osa spingersi. Le tenaglie della tangibilità sono spezzate dallo sguardo della fantasia e trasformano la battaglia finale in una lotta tra Davide e Golia, in cui il lancio dello zucchero filato e dei coriandoli si confronta con un muro di tentacoli e lame affilate.
Il fascino gotico e ammaliante di Eva Green, questa volta sposa un personaggio dal cuore d’oro e dal sacrificio facile. Miss Peregrine immola tutta la sua bellezza nell’audace tentativo di tenere lontane le tenebre e l’oblio oscuro; ma non c’è diverbio tra gli occhi provocatori e sensuali dell’attrice e la bontà della direttrice dell’orfanotrofio. Vuoi per la bravura della Green davanti alla telecamera, vuoi per le capacità straordinarie di Tim Burton di caratterizzare ogni suo personaggio in maniera del tutto armonica alla trama, Miss Peregrine va quasi ad oscurare il protagonismo di Jacob e della sua dolce e “leggera” metà.
Forse con qualche minuto di ritardo, la pellicola comincia a scoppiettare piegando il tempo a suo piacere e dando vita ad una storia assolutamente originale con tanti pro e una miseria di contro. Il comparto scenografico e quello musicale sono un incanto; il potere ipnotico della computer grafica non vuole mai strafare, ma sa intervenire quando è il momento giusto; le note invece danzano con grande tempo a braccetto con le immagini, attraverso melodie assolutamente orecchiabili.
L’effetto speciale più importante però, è quello che si cela dietro ai fatti, alla storia e ai personaggi. L’incredibile potenza dell’immaginazione detona in questa pellicola in uno scintillio di bellezza; sfruttando a dovere l’età infantile che sfreccia e squarcia il tempo rimanendo sempre giovane e capace di sognare. Le diversità, così come ci aveva già insegnato Alla ricerca di Dory, non sono un male, bensì le uniche cose a renderci speciali, che ci distinguono dalla mandria di pecore comuni e scontate che pascola per il mondo. Nonostante la concomitanza nelle sale italiane, questa settimana dello spin-off di Star Wars, ci auguriamo che Tim Burton e la sua nuova creatura non vengano discriminati o trascurati, perché Miss Peregrine – La casa dei ragazzi speciali è davvero un ottimo film, una pellicola avvincente e coinvolgente che, sfiorando la magia, ci racconta la realtà.
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Buona Visione!