Ancora una volta l’occulto è protagonista sul palco di una serie tv. The Exorcist, serie prodotta da 20th Century Fox, toglie i veli e coinvolge immediatamente il pubblico fin dalle sue prime battute. Sembra che gli esorcismi siano tornati di moda, ultimamente sfornati con frequenza anche dal piccolo schermo. A differenza di Outcast, che tratta l’esorcismo in maniera trasversale, dipingendolo come una sorta di congrega melmosa e scura come la pece, The Exorcist va dritta al punto, prende di petto il Diavolo attraverso riferimenti espliciti a capolavori cinematografici e mediante una regia che sembra sapere perfettamente come si edifica un horror.
Siamo a Chicago, in Illinois. Tomas è un parroco molto giovane e di grande talento, adorato dalla propria comunità, ma con qualche conflitto interno che turba la sua serenità. Viceversa, Marcus fa il prete più per assolvere ad una missione specifica che per recitare la parte del santo. Infondo, combattere contro le ombre oscure del male richiede, oltre che fede, anche un pizzico di cinismo, di cattiveria, e perché no, anche di ferocia. Inspiegabilmente i due sembrano essere legati. Tomas vive, attraverso i suoi sogni, alcune situazioni e vicende che hanno segnato la vita di Marcus, legate ad esorcismi del passato. Le continue rievocazioni del giovane prete lo portano ad incontrare lo scontroso collega e a chiedergli aiuto per risolvere il problema di Angela. La donna ha il sospetto che il demonio alberghi in casa sua e peggio ancora, in una delle due sue figlie. Queste due anime, Tomas e Marcus, legate a Dio in maniera differente, sembrano avere in comune solo il colletto bianco, ma dovranno trovare un modo di convivere e coesistere per un bene più grande di loro.
Come già accennato, la serie albeggia mostrandoci Marcus che, in una notte scura e tenebrosa di Città del Messico, si reca a casa del piccolo Gabriel, il cui diabolico aguzzino lo sta consumando fino al midollo. Da subito ci si rende conto di quanto la serie usi sfumature caratteristiche della materia: il ringhio rabbioso e raccapricciante dei cani che annunciano la presenza del Diavolo, un Marcus che incita il demone a pronunciare il suo nome (nell’esoterismo si dice che chiamare un demone per nome aiuti a fiaccarlo), gli ambienti cupi e sporchi delle stanze incriminate, le facce putrefatte e le voci orripilanti dei posseduti, accompagnate da musiche in perfetta armonia con le immagini (l’episodio finale si chiude addirittura sulle note dell’Esorcista originale); tutto è installato affinché il semplice episodio della serie non abbia nulla da invidiare ai fratelli maggiori del grande schermo.
La scenografia va a braccetto con una sceneggiatura di ottima fattura, con dialoghi mai scontati e mai noiosi, conditi, fin dal pilot, da colpi di scena difficili da decifrare in anticipo. La serie scintilla anche grazie ai suoi personaggi. I due protagonisti brillano di luce propria. Tomas e Marcus sono due preti molto diversi. Il primo è arrivato a vestire la tonaca quasi per scelta, senza vocazione, senza aver percepito il suono della chiamata divina, senza il razzo di segnalazione sparato in cielo ad indicargli la strada. Tuttavia, Tomas ama fare il suo lavoro e senz’altro le tremende vicende che lo aspettano lo aiuteranno a chiarire la direzione da prendere. Marcus invece è consumato dalla sua esperienza come prete esorcista, dal dolore che avvinghia i suoi ricordi. La sua determinazione, in passato, lo ha fatto uscire dagli schemi e dai protocolli ecclesiastici, tutto in buona fede, in nome di una lotta senza fine contro le fiamme dell’inferno. Marcus è inevitabilmente scontroso, rigido, spaventato e trafitto dalla sofferenza, ma ad ogni modo, trova il coraggio di preparare nuovamente l’ormai celebre borsa nera e gettarsi ancora una volta nella trincea demoniaca.
Alcune scene, va sottolineato, sono abbastanza forti e cruente; ma sono anche preannunciate con largo anticipo, lasciando il tempo ai meno avvezzi e agli stomaci più deboli, di voltare tempestivamente lo sguardo per qualche istante. Scene, tuttavia, assolutamente accettabili visti i temi trattati.
In generale, The Exorcist ci ha fatto una più che positiva impressione. Gli amanti dell’horror, del paranormale; ma anche semplicemente del thriller, non potranno che adorare questa nuova produzione. Ancora un altro atto dell’infinita ed epica lotta tra il bene e il male, tra il tetro inganno e la luminosa salvezza, attraverso vicende ipnotiche e caratterizzate da ottimi acuti.
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Buona Visione!