“Beginning Hour” è il nuovo teaser, presentato all’E3, da Capcom per Resident Evil 7. Dal titolo, ma anche dalle parole del suo creatore Kōshi Nakanishi, RE7 deve essere un nuovo inizio per la celebre saga horror (si è comunque deciso di mettere il 7 di fianco al nome perché, in linea temporale, il gioco viene dopo gli avvenimenti del sesto capitolo). Forse nel campo videoludico, la saga horror più coinvolgente e famosa insieme a Silent Hill. L’esordio però, almeno per ciò che mi riguarda, non mi sembra esaltante. A differenza dei precedenti capitoli, RE7 doveva apportare notevoli cambiamenti; e tutto sommato ci sono stati. Ma saranno vincenti? Il problema infatti di RE5 e 6 era che non rispecchiavano l’essenza del gioco stesso. Dal survival horror, si era passati completamente all’action (cosa analoga era successa ai titoli di Splinter cell, dove ad un certo punto, Sam Fisher, più che una spia, sembrava divenuto una macchina da guerra). Dov’era finita quell’atmosfera inquietante? Perché il numero di proiettili a disposizione era quasi illimitato? I segreti da scoprire, le porte di cui non si trovava la chiave, le fughe trepidanti ed ansiogene; dove era finita tutta questa roba? Questa sostanzialmente è stata la critica mossa dal pubblico a Capcom. Allora ecco il dietro front, forse anche troppo dietro!
Il nuovo RE7 è improntato a riprodurre quel senso di inquietudine che ispiravano i primi. Stando al teaser demo, un pochino ci sono riusciti, ma per il momento tutto sembra essere abbastanza scontato, comprese le porte da aprire e gli enigmi da risolvere. Inoltre il gioco è in prima persona. Se questa scelta è stata fatta per aumentare il grado di coinvolgimento e di pari passo anche quello di agitazione o timore, diciamo che non ha centrato pienamente l’obiettivo. Il protagonista della demo è una comune persona, senza alcuna nozione militare, benché armata. Il suo nome è Clancy Javis, un cameraman, che insieme a due esperti dell’occulto, si era intrufolato in quella casa per girare delle riprese ed indagare sulla scomparsa della famiglia Baker che la abitava. Si risveglia a terra senza ricordare quello che è successo. Il gioco è ambientato nell’America rurale (forse in Lousiana), in un clima ambientale in pieno stile Non Aprite Quella Porta, Wrong Turn, Le Colline hanno gli Occhi, la casa del Diavolo ecc.. Ovviamente, tutto sarà collegato in qualche modo all’Umbrella, ma non possiamo ancora sapere come.
Il ritorno alle origini dunque è il cerchio intorno al quale ruota il gioco. Niente più mega sparatorie, dove si ha la sensazione che sia il giocatore a dare la caccia agli zombie e non viceversa. Pentiti, si fa ritorno al passato! Sopravvivenza, erbe mediche (quando se ne trovava una era come aver fatto 6 al superenalotto), fughe, combattimenti a bassa potenza di fuoco (poche munizioni a disposizione), enigmi da risolvere (vi consiglio di conservare ogni tipo di oggetto che troverete, potrebbe servirvi in futuro) e soprattutto, il timore di essere contagiati. Il contagio torna ad essere la paura più grande del giocatore, che non dovrà più salvare il mondo da qualcosa o da qualcuno, dovrà semplicemente far di tutto per sopravvivere.
Il gioco è tutto un mistero
RE7, come abbiamo già detto, tenta di tornare alle origini. Ciò che vivremo è un mistero vero e proprio. Cosa è accaduto? Come si esce da questo inferno? Che diavolo sta succedendo? Fantasmi, voci misteriose, telefonate inquietanti, messaggi in alfabeto Morse, codici nascosti nell’amnesia di una lampada, ombre che proiettano un codice, richiami biblici e quant’altro sono i protagonisti della demo del gioco, che tuttavia, non sarà parte integrale del gioco completo. Una curiosità è l’invito, sotto forma di enigma, della demo a visitare il sito Resident Evil’s Ambassador Program, dedicato a condividere la propria passione per la saga. A quanto pare, quando si chiede di scegliere quale sia il protagonista preferito dei vari capitoli, si nota l’assenza di Barry Burton. Magari Barry sarà in qualche modo coinvolto con questo nuovo capitolo di RE? Il protagonista di questa demo, come preannunciato da Capcom, non sarà il protagonista del gioco (che comunque sarà una persona normale, non un super soldato), la demo, come già detto, non sarà giocabile nella versione uffuciale e completa del titolo, quindi.. A cosa serve questa demo? Quale è il suo scopo? Cosa stanno partorendo gli sviluppatori Capcom a proposito? L’Umbrella in che modo sarà connessa? La presenza dei fantasmi cosa ci vuole comunicare? Molti ipotizzano che l’avventura vissuta nella demo sia soltanto un test prodotto dagli scienziati Umbrella con cavie umane e che nel gioco completo avverrà altrettanto. Ciò che Capcom ha ordito per i suoi affezionati è al momento avvolto da un alone di mistero, l’unica cosa sicura che sappiamo, proprio perché dichiarata da Capcom, è che “ogni cosa avrà un senso” e che la trama “non concernerà l’occulto, né i fantasmi“. Aspettiamo e vediamo cosa vien fuori dal dipanarsi della matassa.
Resident Evil 7 sarà disponibile dal 27 gennaio 2017 per PS4, Xbox One e PC e sarà giocabile anche con il visore VR, di cui al momento non si parla ancora un gran bene (per via del forte senso di nausea che causa), ma di cui discuteremo in altra sede. Essendo io un tipo molto curioso, non vedo l’ora di provare la versione definitiva del gioco, anche solo per riprovare l’ebbrezza di un vero survival, ma anche per scoprire cosa si nasconde dietro a questo puzzle creato ad arte da Capcom.
Buon game!
Prenotalo subito!