Kratos is back!! Ad essere sincero, dopo God of War Ascension del 2013, non credevo sarei riuscito a vedere così presto il “Fantasma di Sparta” approdare su PS4 con un nuovo capitolo. Ma per fortuna è così! L’E3 2016 ci ha lasciato in eredità un fantastico gameplay trailer tutto da ammirare (con occhi luccicanti) e da scoprire. Freniamo un attimo gli entusiasmi e andiamo per gradi.
God of War è una serie ormai celebre (per indiscussa bellezza, ma anche per numeri di vendita) creata da SCE Santa Monica Studio in esclusiva Sony Computer Entertainment. Il primo approdo su piattaforma Play Station risale al 2005 (PS2) ed è subito un successo mondiale. Il gioco si contraddistingue per tanti, diversi fattori. Primo fra tutti il gameplay. God of War è stato creato per essere un’avventura dinamica dal divertimento allo stato puro! Il giocatore ha a disposizione un pacchetto armi molto vasto, che avanzando lungo il percorso della storia, può essere sviluppato e potenziato. Ogni arma ha delle qualità speciali e comporta un tipo differente di combattimento. Ma più in generale, il giocatore è impegnato in scontri durissimi, surreali, fatti di combo, colpi veloci, potenti e letali. Allo stesso tempo, una gioia e una frustrazione per le nostre dita sulla pulsantiera del joypad. Ad ogni modo, uno dei gameplay più divertenti che abbia mai giocato. Il secondo punto di forza della serie è senza dubbio il personaggio. Kratos è un valoroso generale spartano, temuto perfino dai suoi stessi guerrieri e rispettato dai suoi nemici. A segnare il suo corpo, una serie di tatuaggi purpurei, in ricordo di suo fratello. La sua pelle è bianca come il latte, ricoperta dalle ceneri dei corpi di sua moglie e di suo figlio, che in un terribile misfatto persero la vita proprio per sua mano. L’animo di Kratos è perennemente tormentato e flagellato dalla morte della sua famiglia e dal desiderio di vendetta. Il cammino macchiato di sangue del “Fantasma di Sparta” è accompagnato dalle sue fedeli lame (le Spade del Caos), donategli da Ares in persona in cambio della sua devozione e della sua anima.
Kratos è un personaggio senza un briciolo di pietà, con poche emozioni (tranne quelle negative) e con tanti ricordi. Spinto dall’impeto della rabbia e dalla rivalsa che perpetuamente cerca. Ira che lo ha portato perfino in cima all’olimpo, perfino ad avere in dote i poteri di un Dio, il Dio della Guerra!
In ogni capitolo della serie, dunque, il gameplay, mescolato al personaggio, alla trama e all’ambientazione rendono il gioco unico ed originale (molti lo mettono in parallelo con Dante’s Inferno; sicuramente sono due giochi simili, ma senza nulla togliere al Dante di EA, Kratos ha un altro carisma!).
Quindi, cosa aspettarsi da questo nuovo capitolo?
Dando un’occhiata al gameplay trailer messo a disposizione all’E3 possiamo notare subito diversi cambiamenti.
Questa volta Kratos non avrà più a che fare con le divinità greche ma con quelle norrene. Sembra che i precedenti capitoli di GoW fossero una sorta di primo capitolo, mentre questo, in teoria, potrebbe essere l’inizio del secondo. Kratos ha qualche pelo bianco in più sulla sua barba, e spostatosi in Scandinavia, si è ricreato una nuova famiglia. Ora ha un figlio a cui badare che ad occhio avrà circa 8 o 9 anni. Oltre alla barba, Kratos non presenta molti altri cambiamenti fisici, ma ad esempio (questo da quanto si evince dal trailer) non ha più le Spade del Caos (decisione piuttosto ragionata e coerente, visto che non affronterà più divinità greche e che, come ho spiegato prima, le spade gli erano state donate da Ares), bensì un’ascia abbastanza semplicistica nell’estetica, ma apparentemente devastante.
Il Director del gioco, Cory Barlog, ha dichiarato che il cambiamento era importante, e che si era addirittura discusso di variare perfino il protagonista. Il carisma di Kratos però, ha resistito ed ha ottenuto la parte anche questa volta.
Un altro cambiamento è riscontrabile nel posizionamento della visuale, adesso molto più vicina a Kratos, con l’obiettivo di dare risalto ai combattimenti e di sentire più vicino il personaggio. Purtroppo il gioco non sarà un open world, ma lascerà la possibilità, a differenza del passato, di tornare indietro e di vagare, osservare e usufruire meglio del mondo che circonda il giocatore. Così facendo si è accantonata la troppa linearità e la telecamera alta bloccata che avevano caratterizzato i precedenti capitoli.
Le dinamiche di gameplay sembrano essere diventate un po’ più lente, lasciando al giocatore la possibilità di ragionare (prima si andava molto di riflessi e impeto); inoltre pare che schivare sia divenuto fondamentale (in passato bastava darle più di quelle che se ne prendevano). Nel corso del gameplay, ma dell’intera narrazione in generale, Kratos sarà affiancato da suo figlio. Il bimbo è ancora lontano dal diventare un uomo (e non mi riferisco al fattore fisico!), quindi Kratos cerca di insegnargli a cacciare, combattere ecc.. tutte quelle cose che contribuiranno a plasmare la tempra del ragazzino e a farlo sopravvivere nel mondo di bruti in cui si trova. Il giocatore non potrà utilizzare personalmente il bambino, gli sarà concesso però di usufruire del suo aiuto (ad esempio, come si nota nel video, potrà coadiuvare il padre scoccando frecce verso i bersagli); più in là nella storia inoltre, dovrebbe anche apparire il personaggio della moglie di Kratos, di cui però non si sa molto.
Durante il gioco non saranno più presenti video nei quali il giocatore è semplice spettatore, anzi il giocatore avrà a disposizioni molte più azioni possibili (ad esempio missioni secondarie). Questo per evitare noia o frustrazione.
Per finire facciamo una considerazione sulla grafica. Realisticamente parlando non c’è molto da dire. La grafica è eccezionale (almeno la minuscola porzione di gioco che abbiamo potuto osservare), priva di bug, fluente e decisamente articolata (Kratos è curato nei minimi dettagli, così come il Troll che si affronta, il figlio di Kratos e anche l’ambiente circostante; pregevole, ad esempio, il vento che spira tra la barba dello spartano facendola veleggiare leggermente nell’aria).
Nel complesso il gioco sembra davvero promettere moltissimo ai suoi appassionati, mi auguro di poterlo giocare al più presto e di poter tirare le mutande (e rilasciare l’elastico) ad Odino e company.
Buon game!