Robert Kirkman, celebre per The Walking Dead, Invincible e Marvel Zombi, torna sul piccolo schermo con una serie “da paura”. Outcast è una serie televisiva horror statunitense ispirata dai fumetti di Image Comics. Diciamo subito che le prime impressioni (seguendo i suoi primi episodi su Fox) sono del tutto positivi.
Siamo nel West Virginia, Kyle Barnes è un ragazzo sui 35, ma nonostante la giovane età, la sua vita è già stata segnata da ferite molto profonde e da eventi in apparenza inspiegabili. La madre di Kyle (Sarah), in passato un’ottima madre, affettuosa e premurosa; lentamente comincia a comportarsi in modo strano. Kyle è solo un bambino quando vede sua madre trasformarsi in qualcos’altro, assumere dei comportamenti molto violenti e schizofrenici. E’ proprio la schizofrenia, la spiegazione che viene inizialmente data a tale condotta. Sarah viene internata e il piccolo dato in affidamento. Ciò nonostante, Kyle trova una famiglia gentile ad accoglierlo e cresce sviluppando un forte rapporto fraterno con la sorellastra Megan.
Le cose sembrano procedere bene, ma qualcosa aleggia sinistramente intorno al nostro protagonista. Kyle si sposa e dal matrimonio nasce una splendida bambina. Qualcosa però è andato storto. Kyle è accusato di violenza verso la moglie Allison, e dopo il misfatto, torna a casa, nel suo piccolo paese della Virginia. Megan vuole molto bene a suo fratello e cerca di aiutarlo a rialzarsi, nonostante il marito Mark (agente di polizia) provi antipatia e repulsione verso Kyle (proprio per le accuse di violenza domestica che pendono sulla testa del ragazzo). Kyle e il reverendo Anderson però, sanno che non è andata esattamente come dice la polizia. Qualcuno, o per meglio dire, qualcosa tormenta la vita di Kyle. Una sorta di entità pare impadronirsi delle persone vicine e non al ragazzo, sembra voglia qualcosa in particolare da Kyle. Da qui il titolo della serie “Outcast”, il reietto. Questa è la definizione che l’entità, attraverso i soggetti posseduti, dà a Kyle Barnes. Kyle e il reverendo si tuffano in un’indagine ai limiti dell’incredibile, una ricerca che li condurrà a trovarsi faccia a faccia con l’occulto, sempre costantemente in pericolo, in sella all’altalena dell’angoscia perpetua e costante del protagonista, impossibilitato a vedere sua figlia e incompreso dall’intera comunità. Cosa ci sarà dietro la melma nera demoniaca? Cosa vuole da Kyle? Perché l’appellativo di reietto?
Fin dalle prime immagini del primo episodio la serie si presenta (anche attraverso una sigla d’apertura abbastanza inquietante) un horror a tutti gli effetti. Il thriller avvolge in un mantello l’intera vicenda e questo garantisce suspense e curiosità. Le scene sono sempre molto curate, la sceneggiatura è ottima e il ritmo è ben calibrato. Alcune scene sono molto corte, altre un po’ più lunghe (specialmente quelle d’azione, in cui i protagonisti hanno a che fare con individui posseduti). Nel corso della storia si sviluppano tutte piccole sottotrame dedicate agli altri personaggi della serie (ad esempio, lo sceriffo o un uomo vestito di nero che sembra saperla lunga), ma ogni sottotrama non si slega mai da quella principale. Ogni personaggio da la sensazione di essere legato ai problemi di Kyle, pare che ogni cosa dovrà necessariamente ricongiungersi alla ricerca della verità perpetrata da Kyle e dal reverendo. Ogni sottotrama, inoltre, non rende mai la cosa noiosa, tutt’altro. Come già detto, tutto sembra essere connesso, e di conseguenza, ogni minuto trascorso con i personaggi secondari della serie servono al telespettatore per aggiungere un tassello in più sulla vicenda.
I temi trattati, inoltre, sono sempre di grande attualità. Il bene contro il male! La luce contro l’oscurità! La lotta contro il demonio è ben riprodotta (soprattutto negli esorcismi) e ben incorniciata da un’ambientazione costantemente cinerea, caratterizzata spesso dalla pioggia e da un cielo in cui non splende quasi mai il sole.
I personaggi sono strutturati con meticolosa cura. Kyle (interpretato da Patrick Fugit, che molti di voi ricorderanno soprattutto per Quasi Famosi) è un ragazzo in apparenza debole, in realtà molto forte. Il suo spirito di sacrificio (a favore delle persone a cui vuole bene) è ammirevole. Si sacrifica senza mai lamentarsi una volta. Lui conosce la verità, e fin quando non ne saprà di più, è disposto ad apparire agli occhi degli altri come un violento e un poco di buono, un orfano distrutto dall’assenza della madre e cresciuto con evidenti problemi psichici. Io provo una particolare simpatia verso il reverendo Anderson, forse perché giudico l’attore che lo interpreta di grande qualità (Philip Glenister). Il reverendo è anch’egli un martire. Ha abbandonato la su vecchia vita per dedicarsi a Dio e soprattutto all’eterna lotta contro l’occulto. Le sfumature date a questo esorcista però sono molto particolari. Per ciò che fa e per ciò che vede, il reverendo ha bisogno dei vizi umani per sopravvivere (fuma, beve), è una persona molto comune, se non indossasse gli abiti da sacerdote, sarebbe difficile definirlo tale. Anche il suo animo, come quello di Kyle, è lacerato da una mancanza: quella di suo figlio, di cui custodisce gelosamente una foto in macchina. In generale il cast è di prim’ordine e vede la presenza di diversi attori del grande schermo; come ad esempio, Reg E. Cathey, attore che ha avuto ruoli in film di cartello come The Mask, Seven, American Psycho, La Frode, Fantastic 4 e quant’altro.
La prima stagione di Outcast è ora in onda su Fox ed è composta da 10 episodi. In generale la serie sembra ben pensata e ben costruita; a partire dalla trama, passando per i personaggi, fino ad arrivare alla sceneggiatura e alla scenografia. Outcast è avvolgente e spalma su di noi inquietudine e ansia, esattamente quello che vuole uno spettatore amante di horror e thriller. Non la definirei però terrificante. Essendo una serie tv, renderla tale sarebbe molto complicato e forse anche inappropriato. Nel complesso la mia opinione sul “reietto” è decisamente positiva.
Trama: 8
Sceneggiatura: 8
Scenografia e costumi: 9
Voto totale: 8.3
Buona visione!