Minority Report è una serie che nasce dal film del 2002 diretto da Steven Spielberg ed interpretato egregiamente da Tom Cruise. A sua volta il film è tratto da un racconto di Philip K. Dick (non ridiamo sul cognome per favore; so che lo state facendo, durante l’infanzia deve essere stato un trauma) autore fra le altre cose del romanzo di fantascienza che ha ispirato anche Blade Runner. Un maestro dunque nel guardare al futuro. Ed è proprio questo il tema che viene trattato in Minority Report: la possibilità di vedere cosa sta per accadere. Per chi (come la mia ragazza a cui direi “male, male”) non abbia mai visto il film di Spielberg, consiglio vivamente di farlo, anche per comprendere meglio la serie e non trovarsi subito spaesati. Va detto, che nel primo episodio, in breve si cerca di spiegare in che epoca ci si trovi e cosa sta accadendo, ma il lasso di tempo a disposizione è ridotto. Decisamente meglio guardare il film; anche perché è indiscutibilmente un bel film!
Facciamo un sunto veloce del quadro ambientale
2048, città di Washington. Le persone vivono in una società ove la tecnologia ha un ruolo importantissimo, se non vitale. L’evoluzione meccanica, robotica, elettronica e via dicendo, tiene sotto controllo praticamente ogni cosa, tranne una. E’ possibile prevedere un crimine prima che accada? E’ possibile avere l’opportunità di sventarlo in anticipo? Si è possibile! Viene istituita una sezione di polizia chiamata “precrimine” che si avvale del sostanziale aiuto di tre giovani ragazzi, tre fratelli (due maschi e una donna) con capacità precognitive fuori dal comune. Grazie ai Precogs (è così che vengono chiamati i tre ragazzi) centinai di omicidi vengono sventati prima ancora del loro verificarsi. Decine e decine di potenziali assassini vengono arrestati e giudicati senza aver realmente commesso ancora il fatto. Ma per la legge sono colpevoli; la percentuale di errore dei Precogs è praticamente pari a zero.
La serie prende vita nel 2065; sulla precrimine sono calate le saracinesche per via di alcuni giochi di potere, e la polizia ha dovuto ricominciare a “ripulire lo schifo” (sono queste le esatte parole della protagonista) delle scene del crimine; fatte di cadaveri, scie di sangue, famiglie distrutte, bambini orfani. L’olezzo della morte è insopportabile per la detective Lara Vega e per i suoi colleghi. Uno dei Precogs, che intanto sono stati isolati da qualche parte sperduta chi sa dove, non sopporta più le sue visioni, che continuano a sorprendere e a tormentare in ogni momento la sua esistenza. Egli però è in grado solo di vedere parte di un misfatto, le altre informazioni sono in dote al fratello gemello. Di conseguenza le visioni che Dash (non è il portavoce di un detersivo!) contempla inorridito, sono incomplete e frammentate, piccoli brandelli di un macabro futuro che sta per palesarsi. Stanco di tutto questo, si mette in qualche modo in contatto con l’agente Vega, e i due intraprendono una strada che non sarà certo priva di spine e di minacce. C’è un motivo se la precrimine non esiste più, molte persone alquanto potenti, hanno assai beneficiato della cancellazione della sezione. Di conseguenza, Dash e Lara dovranno agire con discrezione e attenzione, con l’unico obiettivo di salvare delle vite innocenti e catturare dei “futuribili” criminali.
Per il momento, la serie, in Italia, è troppo giovane per essere giudicata. Il cast mi sembra di buon livello, Meagan Good e Stark Sands paiono essere ben assortiti, un po’ come un’oliva in un Martini. Io personalmente li vedo bene. La sceneggiatura non mi sta entusiasmando fin’ora a dire il vero, ma il punto di forza della serie è, e non poteva essere altrimenti, la scenografia. Il 2065 riproposto in Minority Report si avvale di tecnologie favolose e abbaglianti; quando le vedi non puoi far a meno di dire “WOW!!”: dal discorso alla folla che scorre sulle lenti degli occhiali di un personaggio pubblico, a droni (simili a insetti) che vanno in avanscoperta; dalle armi soniche, alla pubblicità che si anima sulle vetrate e sul soffitto di una carrozza metropolitana; senza trascurare la chicca delle lenti a contatto con le quali è possibile animare tridimensionalmente qualsiasi fascicolo, carta geografica o perfino la riproduzione ipotetica di una scena del crimine. La prima stagione è composta da 10 episodi in onda ora su FOX.
Siamo solo agli albori, ma nel complesso il mio giudizio è positivo per Minority Report. Certo, la responsabilità degli autori, se consideriamo il film di Spielberg, è tanta; ma forse è meglio guardare le due cose in maniera slegata (un film e una serie tv, per definizione, difficilmente sono assimilabili). La storia è avvincente. La trama di fondo nasconde indubbiamente molti segreti e questo stuzzica la curiosità del telespettatore. Staremo a vedere l’evolvere dei fatti.
Buona Visione!