Ogni promessa è un debito! Avevo assicurato che saremmo tornati sull’argomento, quindi eccoci qua ad analizzare Days Gone, videogioco prodotto da Sony, e più in particolare, dai Bend Studio. Non nego che per gusti personali, questo titolo è uno di quelli che attendo con più ansia.
Days Gone è un survival horror, e come molto spesso accade in questo genere di videogiochi, l’ingrediente principale sono gli zombie. La prima percezione che si ha, osservando il gameplay trailer proposto all’E3, è che DG possa essere facilmente ricondotto e assimilato al capolavoro sviluppato da Naughty Dog “The Last of Us”. Ci tengo a precisare e a sottolineare la parola “percezione”, che indica un’impressione, che in questo determinato caso, è decisamente temporanea e parziale. Potremo dare una sentenza assoluta su quest’argomento solo dopo la data della sua uscita, che al momento è criptata da un punto interrogativo.
Il personaggio principale del gioco è Deacon St. John, un cacciatore di taglie in sella ad una moto (nell’articolo generale sull’E3 l’ho definito il Reno Raines del videoludico, forse gli manca il fascino di Lorenzo Lamas, ma è ancora presto per dirlo!). All’E3 sono stati offerti due trailer al pubblico. Il primo è stato un gameplay trailer, mentre il secondo è stato un video che concentrava l’attenzione sulla narrazione. Nel secondo caso, dunque, è stato possibile conoscere meglio John. Il video in questione non era altro che una sequenza flashback di John in sella alla sua moto in compagnia di una splendida ragazza dai capelli biondi. Di conseguenza, si presuppone che John abbia avuto un passato felice, mentre ora si trova trincerato in una realtà post apocalittica e costretto a fuggire da una mandria impazzita di zombie (non so se gli zombie possano impazzire, ma di sicuro non ci si può prendere tranquillamente un caffè al bar; anzi, a rigor di logica, uno zombie impazzito magari regredisce e torna a ragionare come un umano, chi sa?). Per quanto concerne la trama relativa al personaggio e ai dettagli del suo passato non abbiamo ancora notizie certe e ampie.
DG è stato presentato da Sony come una action adventure open world, nel quale un’epidemia ha travolto il pianeta e tramutato gli umani in zombie. Gli zombie in questione però, non sono quelli classici: non sono lenti come una lumaca con il guscio, tutt’altro! Sono rapidissimi e instancabili, affamati come non mai (mi ricordano il mio cane quando tiro fuori la scatola dei biscotti), e soprattutto sono molto intelligenti ed hanno la capacità di scavalcare muri e aggirare ostacoli. Il lasso temporale in cui è ambientato il gioco è circa due anni dopo l’esplodere dell’epidemia e le peripezie di John si svolgono a nord ovest del Pacifico. Come rilasciato ai microfoni di VentureBeat, Ron Allen e Darren Yager, dei Bend Studio, hanno messo a nudo il fatto che il meteo sarà molto variabile, e questo costringerà John a prendere delle contromisure e a sfruttare la mappa nel miglior modo possibile.
Il trailer ha inizio con John che, dopo aver parlato tramite radio con un’altra persona, si mette alla ricerca di due uomini, sul quale capo, pende una cospicua taglia. La prima cosa che fa sobbalzare la nostra attenzione è la capacità di John di interagire con l’ambiente circostante. Molto interessante è stato il passaggio nel quale il protagonista apre il cofano di una vecchia macchina e depreda un componente con il quale crea un silenziatore per l’arma (per non stuzzicare l’udito degli zombie). Possiamo quindi presupporre che durante il corso del gioco rivestirà una notevole importanza la fase survivol e quindi quella dei loot, dalla quale si potranno migliorare le armi e forse, anche le abilità del personaggio.
Nel corso del gameplay si sono già potute osservare due categorie di zombie (a cui faranno seguito sicuramente altre): quelli più solitari che preferiscono cogliere di sorpresa la preda e quelli invece che si muovono in gruppo e corrono dietro al malcapitato come se non ci fosse un domani. Se con i primi sarà più facile avere la meglio, con i secondi non basterà fronteggiarli. Bisognerà scappare, e nel mentre, ucciderne il più possibile con le armi da fuoco e con tattiche fantasiose (ad esempio far cadere i tronchi tagliati di una falegnameria al momento del passaggio dell’orda famelica), per non finire banchettati dalla loro voracità. A proposito delle orde, io non ho avuto un’impressione straordinaria. Il numero che va a comporre il gruppo di zombie mi sembra un po’esagerato, ma soprattutto pare quasi che quest’esseri si moltiplichino sul posto, quasi avessero la possibilità di clonarsi in una frazione di secondo.
Aspetto interessante (uno dei miei preferiti) è proprio quello del survival. Abbiamo già detto che John dovrà procacciarsi i mezzi per sopravvivere (che a quanto si dice non saranno presenti in grandi quantità; da vero survival), ma non abbiamo accennato al fatto che questo riguarderà anche la moto. Il mezzo di trasporto, a quanto pare, sarà molto importante per spostarsi da una zona all’altra della mappa, quindi John dovrà tener sempre rimpolpato il serbatoio ed evitare il più possibile i danni alla sua moto. Sembra anche che quest’ultima abbia ancora delle utilità nascoste che, per il momento, non sono state svelate.
Per quanto concerne la grafica invece, possiamo dire di aver certamente apprezzato Days Gone. I dettagli ambientali e del personaggio sono molto curati e ben riprodotti. Bend Studio ha utilizzato, come motore grafico, l’Unreal Engine 4 che ha consentito una realizzazione veloce dei prototipi e ha permesso di modificare gli asset così da raggiungere un ottimo mix tra qualità e prestazioni.
In conclusione
Tirare le somme di Days Gone non è così difficile al momento. Certo, il progetto è ambizioso, e come ogni tale progetto, richiede una certa cura e una certa perfezione. Di aspettative ne lascia molte e speriamo riesca a mantenere le promesse che ha fatto al suo pubblico. Comunque andrà, io giocherò a Days Gone e dovreste farlo anche voi (se non amate l’horror, la suspence, e l’ansia non lo fate, non vorrei ricevere notizie di infarti, crepa cuori o Tako-Tsubo al ventricolo sinistro), gli zombie hanno sempre (o quasi) portato grandi successi alle proprie case produttrici. Inoltre il fatto che DG sia un’open world survival potrebbe anche indicare che si avranno a disposizione tante e tante ore di gioco e di divertimento.
Buon Game!