“This is the end..” recitava la celebre canzone dei The Doors, questa è la fine amico mio.. Quando fu annunciato il gioco nel 2013, in occasione dell’evento di lancio statunitense di PS4 tramite un teaser trailer, non sapevo se gioire o piangere e disperarmi. “Fantastico! Esce un nuovo capitolo di Uncharted! E per di più, su console di nuova generazione!” Ma già solo dal nome, si evinceva che U4 sarebbe stato l’ultimo capitolo della fortunata saga sviluppata da Naughty Dog e pubblicata in esclusiva da Sony Computer Entertainment. Il primo capitolo della serie uscì nel 2007, quasi dieci anni orsono, per PS3. Fu il BOOM per il cane monello della casa di Santa Monica; che in passato aveva avuto i suoi alti e bassi passando dal glorioso Crash Bandicoot a Jak and Daxter, fino alla rivista fumettistica Iron and the Maiden. Ciò di cui siamo sicuri però, è che il talento e il successo di questi produttori californiani è indiscusso, in particolar modo dopo la stretta di mano con il colosso Sony.
Sono afflitto, non tanto dalla decisione di porre fine ad Uncharted, che ad ogni modo è stato un gioco rivoluzionario sotto tanti aspetti (primo fra tutti il fattore divertimento relativo al gameplay), quanto dal vuoto che mi lascerà non poter aver più nulla a che fare con quel burlone di Nathan Drake. Il suo personaggio, fin dai suoi primi vagiti, ha catturato milioni di giocatori per le sue peculiari caratteristiche: ironia, goffaggine (inciampa mentre cammina o corre), determinazione, curiosità, ma anche uno smisurato e roccioso senso dell’amicizia, per non parlare della sua vorace fama di avventura. Nate (questo è il suo nomignolo) è uno di noi, una persona qualunque. Veste con jeans e maglietta, ha le sue belle magagne sentimentali e si caccia nei guai con la facilità di un bambino. E’ così che lo avevano pensato quelli di Naughty Dog. L’Indiana Jones dei videogiochi, una sorta di Tomb Raider al maschile con un’unica differenza. Nate è fisicamente attraente, ma al contrario di Lara non è stato studiato per essere un sex symbol, e la sua goffaggine e la sua insicurezza ne fanno da testimoni. Il meglio di se, il nostro cacciatore di tesori lo dà sotto pressione, lo offre in situazioni disperate dove la sua vita, ma soprattutto quella dei suoi compagni di avventure, è in pericolo. Sotto attacco, Nathan diventa incredibilmente serio, sicuro e pronto a tutto. Un eroe moderno senza mantello o super poteri.
Detto questo (e ci tenevo a farlo), diamo un’occhiata al gioco, che, diciamolo subito, è un capolavoro. Darò una rapida visione di insieme di U4; non perché non ci sia nulla da dire, potremmo scrivere per giorni in realtà, ma solo perché questo titolo è già di per se una garanzia e chi conosce la serie ed ha giocato ai precedenti capitoli sa benissimo cosa aspettarsi. Per chi non lo conoscesse direi “bene ma non benissimo” per fare una citazione cestistica/giornalistica. Di sicuro dobbiamo porre rimedio alla svelta (tra le altre cose, qualche mese fa ho costretto un mio amico, che non conosceva Uncharted, ad acquistare la collection prima dell’uscita del quarto capitolo. Ne è rimasto estasiato! Fatelo anche voi, è come versare una caparra, vi assicuro che poi sarete ripagati dal divertimento).
Una fantastica avventura
Nathan si è finalmente sposato. Avrà messo la testa apposto? La risposta è si e no. Dopo anni di avventure insieme, Nate ha chiesto la mano all’incantevole giornalista Elena Fisher e i due vivono una vita serena e spensierata, fatta di sano ed onesto lavoro e lontana da fantomatiche e imprudenti cacce al tesoro. Nate si è ripromesso, per il bene della sua famiglia, di tirarsi alla larga da situazioni pericolose e soprattutto, non ha più intenzione di farsi ingolosire dall’eccitazione e dall’adrenalina del mistero e della ricerca patologica di isole perdute e città d’oro. Fin dai primi passi del gioco però, ci si accorge che, nonostante ami sua moglie e si sforzi di essere una persona comune, Nate sente fortemente la mancanza dell’azione, del brivido, della sua ascellare; la mancanza dell’avventura. Malgrado il forte desiderio, Nate si sforza di resistere e di reprimere i bisogni per un bene che ritiene più grande, per un tesoro che non si può rubare, per la famiglia che con fatica ha creato e che presto, ipoteticamente, potrebbe anche allargarsi alla presenza di un nuovo piccolo componente. La tranquillità e la monotonia in cui sguazza viene bruscamente interrotta dall’arrivo improvviso del fratello di Nathan, Sam. I due non si vedono da anni. Sam ha qualche anno in più di Nathan; i due sono cresciuti orfani dei propri genitori. Sam è sempre stato quello più intraprendente, ma anche più incosciente, mentre Nate, più conservativo, non ha fatto altro che farsi trascinare dal fratello maggiore in una vita all’insegna di peripezie e gesti pericolosi. L’ultima volta insieme Nate e Sam si trovavano in un carcere panamense, solo per ricercare indizi sul famoso tesoro pirata di Henry Avery. Durante uno scontro con una guardia che i due fratelli avevano corrotto, furono costretti alla fuga, ma qualcosa andò sorto. Nate riuscì a fuggire, mentre Sam rimase intrappolato in quel posto dimenticato da Dio. Quella fu l’ultima volta che Nathan e Sam si videro.
A distanza di 15 anni Sam piomba di nuovo nella vita di Nate, che nel frattempo, durante tutto questo tempo, si è sempre sentito tremendamente in colpa per aver “abbandonato” l’unica famiglia che aveva dentro a quel penitenziario. Sam racconta di aver trascorso gli ultimi quindici anni in cella con Hector Alcazar, un famoso boss della droga; con il quale aveva condiviso la storia del famoso corsaro Henry Avery e del suo tesoro. Hector si mostra amico ed organizza la fuga, portando con se anche Sam; ma una volta fuori lo minaccia e lo ricatta. Gli renderà salva la vita in cambio del celebre tesoro. Sam, dunque, non sapendo cosa fare si rivolge all’unica persona cara che ha al mondo: Nathan. Nate si trova con le spalle al muro: dopo tanti anni ha appena scoperto che suo fratello Sam è vivo, si sente tremendamente in colpa per averlo dovuto abbandonare a Panama ed è inoltre corrotto dal serpeggiare del desiderio di tornare ad una vita di avventura. Quale è l’unica cosa da fare? Accettare di aiutare Sam; Nate non può tirarsi indietro. In questa nuova avventura non può inoltre mancare l’esperienza del miglior amico di Nathan, Victor, sempre presente nei precedenti capitoli. L’unica persona che verrà, ma solo all’inizio, estraniata da tutta questa storia è Elena, alla quale Nate racconta bugie e dissimula la verità, vuoi per senso di colpa, vuoi per paura di essere giudicato dalla persona che ama. Da qui l’incipit di una fantastica avventura fatta di azione, meravigliosi panorami, misteri da svelare, enigmi da risolvere e una sempre più crescente e minuziosa composizione di un puzzle che condurrà, non solo al tesoro, ma a molteplici colpi di scena, deplorevoli verità e ad un finale tutto da scoprire!
Divertente è dir poco!
Nelle circa 20 ore di gioco di U4, divertirsi viene molto facile! Lo sparatutto in terza persona è una delle categorie che in assoluto preferisco, ma in particolare in U4 questa distinta tipologia di gioco viene esaltata. Il giocatore potrà sempre scegliere se seppellire i propri nemici in stealth, avvicinandosi furtivamente e destreggiandosi tra casse, mura, cespugli e quant’altro; oppure disseminare il panico più totale attraverso furiose sparatorie e con la disponibilità di un equipaggiamento di tutto rispetto: dalla pistola a pietra focaia ai lanciarazzi, passando per semiautomatiche e fucili d’assalto.
Nel contempo Nate dovrà risolvere numerosi enigmi, ma vi assicuro nulla di particolarmente cervellotico o complicato (ho trovato qualche lieve difficoltà solo nel capitolo 9 con l’enigma della caverna, ma niente di irrisolvibile) e inerpicarsi a scalare rocce e mura lungo percorsi molto articolati (a volte con diverse uscite) contemplando, molto spesso, panorami mozzafiato e paesaggi idilliaci (specie in Madagascar, sulla Costiera Amalfitana e sull’isola di Libertalia). Nate si avvarrà dell’ausilio di una fune e di un chiodo da scalata che userà per raggiungere cime più elevate e percorsi altrimenti irraggiungibili. Nella fattispecie la prima, avrà una duplice utilità: servirà a raggiungere cime elevate ma anche a calarsi lungo dirupi e strapiombi, nonché a dare spettacolarità al salto tra una postazione e l’altra.
La storia del famoso capitano pirata Avery verrà narrata attraverso il ritrovamento costante di pagine di diario e oggetti. Ricostruita, pezzo dopo pezzo, all’interno di un diario di appunti in dote al protagonista. La trama è accattivante, non serve solo a sfamare la nostra curiosità, ma anche a raccontarci della personalità di Avery e dell’avarizia, l’ingordigia e la crudeltà che la caratterizzavano.
Per quanto riguarda la grafica c’è poco da dire. I miei occhi hanno decisamente luccicato per la perfezione delle immagini donate da U4; gli ambienti sono molto particolareggiati e curati nei minimi dettagli, i movimenti dei personaggi sono molto realistici e fluidi, così come le pieghe che assumono i loro indumenti durante il gameplay o i fantastici video che di frequente ingraziano la nostra vista. Volendo essere proprio pignoli si può additare U4 dei 30 fotogrammi al secondo e di un frame rate che dopo qualche esplosione, alle volte, perde qualche colpo in stabilità. Ma a me non piace essere pignolo, va benissimo così!
Tra le opzioni disponibili ci sono cinque livelli di difficoltà e la solita raccolta dei tesori. Questa volta in dotazione si avrà anche il multiplayer su cui ora non mi soffermerò.
Un capolavoro.
Come premesso all’inizio, a mia opinione Uncharted 4 è un capolavoro: bello da vedere e bello da giocare! Forse è proprio perché mi sono divertito un mondo a giocarlo che avrei voluto avere qualche ora di gioco in più a disposizione.
Voglio chiudere da dove sono partito: facendo un plauso a Naughty Dog e al loro incredibile personaggio che risponde al nome di Nathan Drake, sperando di vederlo presto sul grande schermo, in un film che potrebbe potenzialmente attirare milioni e milioni di spettatori (si dice che Nate sarà interpretato da Mark Wahlberg; io ci avrei visto meglio Gerard Butler, forse per la maggior somiglianza, ma è solo una considerazione personale). Nel frattempo giocate ad Uncharted 4, e per chi non lo conosca, acquistate la collection: non si può morire senza aver giocato ad Uncharted!!
Uncharted 4 è disponibile su Amazon, anche in versione Deluxe. Mentre, per chi non ha giocato i precedenti capitoli, sentitevi in colpa ed acquistate la collection!